3mila lavoratori, 600 pescherecci e tutto l’indotto legato al mondo della pesca: un intero sistema economico in allarme per la cancellazione improvvisa del regime contributivo che da venti anni è applicato al sistema pesca, con la richiesta dei contributi Inps e Inail, maggiorati anche del 50%, per il 2017.
Se non verranno ripristinati gli sgravi contributi previsti dalla legge 30 del 1998, si apre uno scenario drastico per la filiera ittica. La prima scadenza è venerdì prossimo, 16 febbraio, con il versamento da parte delle imprese dei contributi Inail. I ministeri delle Politiche Agricole e del Lavoro hanno assicurato che verrà emanata in tempo utile una circolare per ripristinare il consueto regime contributivo, ma sono giorni di grandi preoccupazione per il settore.
In Toscana, come in altre regioni d’Italia, è stato annunciato lo stato di agitazione. Un fronte compatto che si sta mobilitando per scongiurare il peggio. “Se non viene risolta immediatamente la questione, la perdita di tutti gli sgravi fiscali provocherà il collasso del sistema – spiega Andrea Bartoli, responsabile zona nord di Federcoopesca-Confcooperative Toscana – Tutti i progetti di riqualificazione e valorizzazione della filiera sono a rischio, così come gli investimenti” .
A farne le spese sarà il pescato locato “la cui commercializzazione diventerà molto onerosa e gradualmente verrà sostituito dal prodotto estero, di provenienza dubbia – continua Bartoli – La questione è seria e necessità della massima attenzione da parte di tutti. L’Alleanza delle Cooperative ha dichiarato lo stato di agitazione e siamo pronti ad azioni anche eclatanti se non verrà ripristinato il ventennale sistema contributivo su cui il settore si regge”.