Cascina, l’allarme su una temuta ricaduta occupazionale al Teatro Politeama, che sarebbe conseguente alla politica del nuovo Consiglio di Amministrazione a guida leghista, viene dato dai Cobas.
“Dopo le prime avvisaglie comincia ad emergere un vero e proprio disegno di ridimensionamento del Teatro Politeama, un fior all’occhiello del nostro territorio indebitamente messo sotto scacco dalla miopia di una amministrazione che non è in grado di rilanciare un progetto culturale degno di questo nome”.
Alle difficoltà economiche del Teatro Politeama “lasciate in eredità dalla precedente amministrazione a targa PD – si legge in un comunicato dei Cobas – si aggiunge ora una evidente incapacità di dare un respiro culturale per il rilancio del Teatro da parte delle destre”.
“A farne le spese, in questa situazione di forte difficoltà, sono i lavoratori -continua il comunicato – un non meglio definito piano di ristrutturazione con ridimensionamento degli uffici amministrativi, mai discusso ad alcun tavolo sindacale unitario, è l’obiettivo che è stato annunciato informalmente dal CdA, la cui Presidente Ammirati aveva escluso perentoriamente al momento del suo insediamento qualche mese fa. Il primo atto di questo nuovo piano, che il nuovo CdA vuole mettere in pratica, è il licenziamento di una impiegata, iscritta ai Cobas, a cui è stato offerto in alternativa un posto di maschera: al rifiuto del declassamento da parte dell’impiegata, è scattato il licenziamento in tronco, con una comunicazione prima orale e solo successivamente scritta. La raccomandata è arrivata tre settimane dopo che c’era stata la illegittima e surreale comunicazione all’impiegata stessa da parte del Consigleire Arcenni”.
“La richiesta che avanziamo a gran voce – si conclude nel comunicato – è quella di un ritiro immediato del licenziamento dell’impiegata iscritta ai Cobas, e ribadiamo l’urgente necessità che si apra un tavolo per discutere i piani che il nuovo CdA ha intenzione di intraprendere: occorre evitare qualsiasi ipotesi di liquidazione o di privatizzazione della Fondazione Sipario, e diventa non più rinviabile la necessità di riattivare una gestione credibile sul piano sia artistico che economico-finanziario, salvaguardando i dipendenti che hanno sviluppato professionalità e competenza nei vari comparti (tecnico, amministrativo, progettuale) insostituibili”.