Lun 23 Dic 2024
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ToscanaCronacaPiombino, accoltellò il convivente: corte d'appello riduce pena

Piombino, accoltellò il convivente: corte d’appello riduce pena

La corte d’assise di appello di Firenze ha ridotto da 16 anni e 6 mesi a 14 anni e 8 mesi la condanna in primo grado per omicidio volontario contro Beatrice Paini, 46 anni, che il 9 settembre 2016 a Piombino (Livorno) uccise il convivente, Fabrizio Gratta, 49 anni, con una coltellata nella loro casa dopo una serata in cui si erano ubriacati.

La difesa aveva fatto appello chiedendo una derubricazione del reato da omicidio volontario a omicidio colposo e il riconoscimento delle attenuanti generiche a un terzo.

La sentenza, decisa oggi al termine di unica udienza e camera di consiglio, è in parziale riforma della sentenza di primo grado pronunciata il 19 luglio 2017 dalla corte di assise di Livorno.

L’imputata era in aula e ha assistito alla lettura accanto al difensore, avvocato Franco Balestrieri. In aula anche l’ex moglie e le due figlie della vittima insieme agli avvocati di parte civile.

L’ex coniuge di Gratta non ha aspettato la fine della lettura del dispositivo e si è allontanata con le figlie dopo aver sentito l’entità della pena.

L’appello, a parte la rimodulazione della pena, ha confermato tutta la sentenza di primo grado nelle statuizioni civili.

L’avvocato Balestrieri, difensore di Beatrice Paini ha dichiarato:”Credo che faremo ricorso in Cassazione perché siamo sempre convinti che l’omicidio non fu volontario ma colposo, dovuto a una dinamica in cui la mia assistita non voleva uccidere Fabrizio Gratta”.

Procura generale e parti civili avevano chiesto alla corte di assise la conferma della sentenza di primo grado.

Nella vicenda Beatrice Paini usò un coltello da cucina per colpire all’addome il fidanzato con cui conviveva da due anni senza che risultassero problemi tra loro. Un solo fendente causò la morte di Fabrizio Gratta. La donna chiamò subito i soccorsi del 118 dicendo di esser stata lei stessa a ferire l’uomo.

Anche a causa dell’alcol, la lite degenerò e la donna impugnò il coltello tirando il fendente, forse in uno scatto d’impeto.