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Pisa: 4 arresti per sfruttamento prostituzione trans

Siena omicidio: Giudice convalida arresto e conferma misura cautelare al compagno

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L’inchiesta è per associazione a delinquere e sfruttamento della prostituzione. Le misure cautelari sono state eseguite a Pisa, Viareggio (Lucca), Massarosa (Lucca) e Livorno, al termine di un’indagine durata circa due anni

Le misure cautelari sono state eseguite stamani a Pisa, Viareggio, Massarosa  e Livorno, al termine di un’indagine durata circa due anni, che ha fatto emergere un importante circuito economico basato sullo sfruttamento di circa 30 transessuali, costretti a prostituirsi in strada a Pisa e a Migliarino, nel comune di Vecchiano. Gli sfruttatori hanno goduto di un flusso di denaro di alcune centinaia di migliaia di euro all’anno, grazie all’organizzazione di viaggi, alla predisposizione delle case per ospitare l’attività di prostituzione e allo sfruttamento del lavoro dei viados.
Le quattro persone arrestate sono tutte brasiliane, obbligo di dimora invece per altrettanti italiani, residenti in Toscana, che avrebbero avuto il ruolo di autisti: andavano a prendere a casa, a Pisa, i viados per portarli nelle zone della prostituzione. A capo dell’organizzazione invece due brasiliani di 35 e 33 anni. L’inchiesta – avviata due anni fa, coordinata dal pm Paola Rizzo e condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Pisa -, avrebbe accertato che i viados per “liberarsi” dall’obbligo di prostituirsi dovevano pagare fino a 20.000 euro ciascuno, denaro richiesto a pagamento del ”debito” contratto con le ”madrine”, trans che avevano prestato loro i soldi per lasciare il Brasile e venire in Italia. Sarebbero stati inoltre costretti a pagare ai loro sfruttatori un affitto orario per sostare nelle piazzole dove si prostituivano.
Nell’inchiesta i carabinieri hanno accertato che due dei quattro ”autisti” italiani, ritenuti complici dei capi dell’organizzazione nella gestione logistica, si erano congiunti con formale unione civile con due transessuali tra i capi dell’organizzazione e adesso in carcere. Ciò avrebbe dato loro la possibilità di restare legalmente in Italia alla scadenza del permesso di soggiorno.  In entrambi i casi le cerimonie nuziali si sono svolte presso il Comune di Pisa.
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