Ven 22 Nov 2024
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Pisa: allievo della Sant’Anna firma studio su retinite prima della laurea

Non è ancora laureato eppure i suoi studi hanno dato un contributo fondamentale sullo studio di una malattia che colpisce una persona su quattromila e che porta alla cecità. E’ il caso di Antonio Falasconi, originario di Portici (Napoli), allievo del quinto anno di Scienze Mediche alla Scuola Superiore Sant’Anna e studente dell’Università di Pisa, primo autore dell’articolo pubblicato sulla rivista scientifica ‘Frontiers in neuroscience’ dove analizza un modello sperimentale di retinite pigmentosa.

Lo studio sulla retinite, spiega una nota della Scuola Sant’Anna, è stato condotto presso l’istituto di Neuroscienze del Cnr di Pisa, coordinato da Enrica Strettoi, dirigente di ricerca esperta in neurobiologia della retina, in collaborazione con il dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa: “è davvero un caso singolare essere primo autore di una pubblicazione, senza avere ancora discusso la tesi”.

“Mi sono presentato alla dottoressa Strettoi – racconta Antonio Falasconi – soltanto con il mio forte interesse verso le neuroscienze e con molta voglia di mettermi in gioco. Con il tempo mi sono guadagnato la sua fiducia e quella degli altri componenti del gruppo di ricerca, fino a diventare autonomo nel portare avanti il progetto da cui è nata la pubblicazione”.

Grazie anche al suo tutor presso la Sant’Anna, Fabio Recchia, lo studente ha esplorato aree diverse delle neuroscienze e, in questi anni, ha affiancato il lavoro in laboratorio e lo studio a Pisa con esperienze di ricerca in Italia e all’estero: dal Cnr di Padova, al Friedrich Miescher Insitute for Biomedical Research di Basilea, passando per il Brain Research Institute dell’Università di Zurigo e il Laboratory of Molecular Biology a Cambridge.

Esperienze che hanno affinato i suoi interessi scientifici anche sui meccanismi attraverso i quali il cervello genera il comportamento e il movimento. “Per la complessità del sistema nervoso e delle più alte funzioni cognitive – conclude Falasconi – la relativa semplicità e osservabilità del movimento si presenta come un ottimo punto di partenza per indagare a fondo il suo funzionamento”.

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