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Pisa: comune vuole ‘smontare’ pezzo di acquedotto medieceo per tar posto a tangenziale

L'Acquedeotto Mediceo di Pisa

La proposta è inserita nel programma di mandato del  sindaco Michele Conti.  Critiche le opposizioni, perplessa la soprintendenza, con il primo cittadino che difende la sua scelta ma apre a una riflessione pubblica sul tema

‘Smontare’ tre arcate dell’acquedotto mediceo, di proprietà comunale e che sconfina anche nei territorio dei Comuni limitrofi, per consentire il passaggio a raso di un tratto del tracciato della tangenziale nord est: a pisa sta facendo molto discutere e provocando non poche poolemiche la proposta del sindaco Michele Conti.

“Il tema vero – replica il sindaco – è se vogliamo o no la tangenziale. Noi vogliamo realizzarla e tutti sappiamo che deve attraversare l’acquedotto mediceo. Smontare e rimontare due-tre arcate così come indica la proposta” dell’assessore all’urbanistica Massimo Dringoli, “urbanista affermato con oltre 50 anni di esperienza, collocandole magari al centro di una nascitura rotatoria, penso che equivalga a valorizzare quel patrimonio”. “I milioni risparmiati per realizzare un sottopasso dove sarebbe meglio fare un passaggio a raso perché siamo in un’area di bonifica- la conclusione di Conti -, potrebbero essere investiti nel recupero di un bene lasciato andare in malora da decenni dalle precedenti amministrazioni di centrosinistra”.

Il Pd attacca: è “un’insensatezza da bloccare in tutti i modi” e  sfida gli altri partiti del centrodestra a votare una mozione dem “per cancellare questa ipotesi” dal programma.  Dura la presa di posizione anche  di Diritti in comune, di cui fanno parte Prc, Possibile e Una città in comune: “Queste uscite rendono bene l’idea dell’interesse della giunta per i beni culturali e paesaggistici: disconosciuti, maltrattati, considerati un intralcio. Se proprio qualcuno ci tiene ‘si rimontano’. Purtroppo ieri con il Pd e oggi con la Lega e i suoi alleati, il problema è il medesimo: si considera il territorio in funzione della grande opera di turno anziché il contrario”.

“L’acquedotto è un bene vincolato – precisa il soprintendente Andrea Muzzi – ma siamo disposti ad avviare un approfondito confronto sull’ipotesi progettuale del Comune, anche se il pessimo stato di conservazione di un bene non può essere un discrimine per autorizzarne una demolizione anche solo parziale”.

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