“Il contrasto alla povera è un tema molto caro anche al sindacato, assai prima di quando se ne sono occupati loro. La verità è che il reddito di cittadinanza così com’è mischia lotta alla povertà e politiche per il lavoro e fare un miscuglio, significa fare un casino, tra l’altro come si è visto con i navigator, creando nuova precarietà”. Lo ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, a margine di un’assemblea alla Vodafone di Pisa.
“Non possono essere solo i centri per l’impiego gli strumenti per creare nuovo lavoro – ha aggiunto – e infatti il messaggio che si manda con i navigator è tutt’altro che positivo perché si crea nuova precarietà anziché lavoro vero e stabile”. Il sindacato, ha concluso Landini, “ha unitariamente molte idee sul contrasto alla povertà e anche sulla riforma delle pensioni oltre che sulle politiche per lo sviluppo e auspichiamo che dopo il 9 febbraio (la manifestazione unitaria dei sindacati a Roma, ndr) il governo apra un tavolo di discussione su tutto questo”.
“Il governo ha un’ampia maggioranza in Parlamento ma non è un problema nostro se regge o meno fino alle elezioni europee. Non spetta al sindacato far cadere il governo oppure no”. Lo ha detto Landini rispondendo alle domande dei giornalisti. “Il problema è che le due forze di governo – ha spiegato – si sono presentate alle elezioni con programmi politici alternativi l’uno all’altro e poi hanno deciso di mettersi d’accordo con un contratto tra privati che ora impedisce qualsiasi discussione in Parlamento e con le organizzazioni sociali. Loro possono girarla come vogliono ma Cgil, Cisl e Uil hanno 12 milioni di iscritti, 12 milioni di persone che liberamente hanno scelto di farsi rappresentare dal sindacato e quindi il problema è se l’esecutivo ha interesse ad aprire un dialogo con noi per cambiare la politica economica e sociale”.
“Avere fatto il job’s act e avere provato a mettere in discussione il rapporto con il sindacato non mi pare abbia portato benissimo al governo di centrosinistra. Noi seguiamo con rispetto ma senza interferire la discussione interna al Pd ma credo che un partito che vuole essere di centrosinistra debba riflettere anche su questo”. Lo ha detto il leader della Cgil, commentando la fase congressuale dem.
“Penso – ha concluso – che tra me ragioni elettorali della sua sconfitta ci sia stata proprio la rottura con il mondo del lavoro e quindi credo che ora debba cercare di recuperare quel
rapporto di fiducia con tanti lavoratori che hanno scelto di non andare a votare o hanno votato altre forze politiche”.
“Il problema non è solo la discussione
sulle grandi opere, su quelle si metta d’accordo il Governo al
suo interno, ma ciò che serve davvero è un piano straordinario
di investimenti per far ripartire il Paese”. Lo ha detto il
segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dopo avere
partecipato a un’assemblea sindacale alla Vodafone di Pisa, la
prima da quando è stato eletto alla guida del sindacato.
“Le grandi opere – ha aggiunto – sono anche gli asili nido
dove ce ne è bisogno, la sanità dove non c’è e così via. E’
necessario capire che Paese si immagina tra 10-15 anni ed è su
questo che vogliano confrontarci”.