Dall’1 gennaio al 10 novembre 2020 ai servizi della Caritas diocesana di Pisa si sono rivolte 1.909 persone, circa un quarto in più (+25,7%) dei 1.519 incontrati nello stesso periodo del 2019.
L’incremento è stato veemente soprattutto tra marzo e aprile quando si è passati dalle 480 persone del 9 marzo alle 1.765 dell’11 aprile (+265% in 33 giorni), con un calo a giugno (1.511 persone incontrate, -12% rispetto ad aprile) e una ripresa. Sono alcuni dei dati emersi nel 15/o rapporto sulle povertà della Caritas diocesana di Pisa, interamente dedicato all’emergenza economica e sociale collegata alla pandemia.
I “nuovi poveri”, ossia le persone che si sono rivolte per la prima volta alla Caritas di Pisa dopo il lockdown del marzo scorso, rivela il report, “sono 630, il 35,5% in più di tutte quelle incontrate (1.774) fra il 10 marzo e il 10 novembre dello stesso anno e rispetto allo stesso periodo del 2019 il totale delle persone incontrate è aumentato del 52,5%, quello dei cosiddetti nuovi poveri del 41,3%”.
Tanti anche quelli costretti a tornare dopo almeno un paio d’anni di assenza: 320 persone. Secondo il report diocesano, circa un terzo dei nuovi poveri (33,2%) ha dichiarato di avere un lavoro regolare (23,5%) o di lavorare “al nero” (9,7%),e in un anno, gli occupati in condizione di povertà sono raddoppiati (+98,8%) passando dai 170 del 10 novembre 2019 ai 338 del 2020.
“Per provare a lasciarsi alle spalle la crisi economica e sociale innescata dalla pandemia – osserva l’arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto – non si può più agire in ordine sparso, ma pensare e agire insieme, sia a livello di realtà ecclesiale, sia in relazione con tutte le altre realtà sociali deputate ai servizi alla persona, alla socializzazione interpersonale, alla tutela della famiglia e della vita comunitaria. Serve una progettualità che non si limiti solo a pensare alle chiusure e alle riaperture serali, ma pensi davvero allo tsunami che sta avvenendo e la cui onda d’urto ancora non è arrivata”.