Un social bombing sulla pagina facebook del sindaco di Pisa, il leghista Michele Conti, è stato promosso dalla Casa della Donna di Pisa per chiedere le dimissioni dell’assessore alla Cultura, Andrea Buscemi, condannato a risarcire i danni procurati all’ex fidanzata che lo aveva denunciato per stalking.
E’ la seconda fase della mobilitazione scattata una settimana fa con una petizione online sul portale Change.org che ha raccolto oltre 25 mila firme da tutta Italia. Nelle ultime ore sono già più di 300 le adesioni al social bombing indirizzate al profilo facebook di Conti per chiedere le dimissioni di Buscemi: “Sindaco Conti, l’assessore Buscemi ha evitato una condanna penale per stalking a causa della prescrizione del reato – si legge nel post rilanciato da centinaia di persone – ed è stato obbligato al risarcimento dei danni in favore della ex per le sue condotte persecutorie. La politica deve essere la prima a dare il buon esempio ai suoi cittadini e deve quindi obbligare a un passo indietro Buscemi. Le cittadine e i cittadini di Pisa non meritano questo scempio”.
Nelle prossime ore Conti incontrerà i vertici regionali delle Lega per affrontare la vicenda. A prendere posizione contro Buscemi anche l’associazione ‘Nuovo Maschile. Uomini liberi dalla violenza’. “Crediamo – dichiara il presidente dell’associazione, Riccardo Guercio – che un uomo che ha commesso violenza nelle relazioni, riconosciuta anche in sede giudiziaria, ma che non si è assunto la responsabilità di quelle azioni e non ha mai messo in atto condotte riparative, non debba accedere a cariche pubbliche. Le Istituzioni, anche in ottemperanza alla Convenzione di Istanbul, sono tenute alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere”.
“Come può un uomo, nella sua veste di assessore, rappresentare le istituzioni cittadine e promuovere la cultura del rispetto e della non violenza se ha esercitato ripetute azioni di stalking, di cui non ha mai riconosciuto la gravità e gli effetti? Quale messaggio darebbe una simile nomina alle donne e agli uomini di questa città? Consideriamo assolutamente inaccettabile che un’istituzione importante come quella comunale colluda con certi comportamenti e anzi adotti quelli tipici degli uomini violenti: negare, minimizzare, deresponsabilizzare la condotta violenta. Tutto ciò non favorisce certo la consapevolezza e la motivazione al cambiamento, ma cronicizza il comportamento violento”.