Anche la Camera penale di Pistoia si scaglia contro il blitz compiuto sabato scorso nel centro accoglienza di don Biancalani, nella parrocchia di Vicofaro.
La Camera Penale di Pistoia annuncia che resterà vigile sull’andamento della vicenda affinché, per quanto nelle sue possibilità, sia sempre garantito il rispetto della volontà di chi, muovendosi nell’ambito della legalità, intenda esprimere il proprio pensiero, anche recandosi in luoghi o partecipando ad eventi, pur se contrario all’indirizzo governativo del momento, così come dovranno essere sempre garantiti, riconosciuti e rispettati anche i diritti dei migranti, essendo diritti insopprimibili ed inviolabili dell’uomo, chiunque esso sia, di qualunque religione, razza, sesso o nazionalità.
“La recente operazione compiuta dalle forze dell’ordine – intervengonoi penalisti – presso la struttura e la Parrocchia di don Biancalani a Vicofaro di Pistoia, nella serata di sabato 20 ottobre scorso, ha destato, per le sue modalità operative, l’attenzione dell’opinione pubblica e rende necessario un intervento anche da parte della Camera Penale di Pistoia, che ha cura non solo delle vicende legate ai procedimenti penali, ma anche dei principi e dei diritti fondamentali degli individui in generale, siano essi italiani, comunitari o extracomunitari.”
“Ovviamente – proseguono – non è il caso di di scendere nel merito di scelte politiche dei rappresentanti dello Stato e degli indirizzi in tema di politica migratorie che, purché contenute nell’ambito e nel rispetto della Costituzione, rientrano nelle prerogative del Governo espressione delle recenti elezioni; tale Governo, come da programma elettorale, si connota evidentemente per un diverso orientamento, più restrittivo e più rigoroso, rispetto a quelli che lo hanno preceduto.”
“Ciò detto, non può non rilevarsi – sottolineano i penalisti della camera di Pistoia – che, in difetto di particolari necessità per la tutela dell’ordine pubblico o della salute, che allo stato non sembrano esser emerse, l’intervento interforze posto in essere, pur potendo presumersi formalmente legale, appare tuttavia eccessivo e sproporzionato, in quanto rivolto ad una struttura religiosa che, per necessità di salvaguardia delle vite e dei diritti umani, sta tentando di dare soccorso a coloro che ne hanno bisogno. Il numero di operatori coinvolti ed il momento scelto – cioè le ore serali di un sabato in cui era previsto l’afflusso presso la struttura di persone esterne ed ospiti per una riunione conviviale – non possono che portare a detta conclusione.”
“Fra l’altro quanto sta accadendo – concludono – rappresenta, a memoria, uno dei pochi casi – se non l’unico – verificatosi nella storia repubblicana, in cui lo Stato si contrappone con queste forme ad un ente cattolico.”