La Cgil pistoiese ricorrerà alle vie legali contro il licenziamento dei due lavoratori del Museo Marino Marini di Pistoia. Lo hanno annunciato oggi il segretario provinciale pistoiese Daniele Gioffredi e Luisella Brotini della Filcams Cgil nel corso di una conferenza stampa insieme ai due dipendenti licenziati che hanno spiegato come l’arrivo delle lettere di licenziamento, il 17 gennaio, “non è stata una sorpresa”.
Brotini ha detto che “partiremo dal punto di vista legale con l’impugnazione dei licenziamenti” ma “non ci fermeremo qui. Già i lavoratori hanno in animo di proclamare scioperi e stato d’agitazione”. “La motivazione dei licenziamenti – ha osservato Gioffredi – è assolutamente pretestuosa, strumentale e aggiungerei anche ricattatoria, perché si licenziano intanto due persone, e non è detto che arrivino altre lettere di licenziamento, dicendo che in attesa del ricorso al Tar contro il blocco della Sovrintendenza sul passaggio delle opere” di Marini da Pistoia a Firenze, “sono costretti a licenziare.
Questo sottintende che nel caso in cui fosse dato il via libera al passaggio delle opere rientrerebbero anche i licenziamenti: per noi è un atteggiamento ricattatorio inaccettabile”. I due lavoratori licenziati, Ambra Tuci e Francesco Burchielli, hanno sottolineato che “il clima era cambiato già da un anno. Prima eravamo in accordo, avevamo anche ottenuto dei riconoscimenti dal cda, poi improvvisamente è cambiato l’atteggiamento nei nostri confronti, è cambiato il clima, quindi il licenziamento è una cosa che pensavamo potesse succedere”. Sulla vicenda interviene anche il presidente del Consiglio toscano Eugenio Giani che invita la Fondazione Marini “a ripensarci” perché “l’attività del Museo pistoiese non può essere sospesa e le opere non possono essere trasferite a Firenze”.