Lun 23 Dic 2024
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ToscanaCronacaPistoia, condannato a 18 mesi carcere per aver seviziato cagnolina

Pistoia, condannato a 18 mesi carcere per aver seviziato cagnolina

L’uomo, condannato dal tribunale di Pistoia, aveva torturato un piccolo cane Pincher, di nome Pilù, filmando le sevizie e postandole  sui social. Disposta la  sospensione condizionale della pena.

La sentenza è stata  emessa oggi dal tribunale di Pistoia nei confronti di Gaetano Foco, è stato condannato anche al risarcimento da liquidarsi in sede civile oltre che alla rifusione delle spese processuali. I fatti risalgono al maggio 2015 a Pescia. La cagnolina sarebbe appartenuta all’ex fidanzata dell’imputato. La denuncia arrivò oltre un anno dopo, nell’ottobre del 2016, quando Foco pubblicò un video che spiegava come mai improvvisamente la cagnolina, al rientro della ragazza, fosse in fin di vita per morire di lì a poco.

Al processo si era costituita parte civile  l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) e l’associazione Animalisti italiani che in concomitanza dell’udienza odierna ha nuovamente manifestato davanti al tribunale di Pistoia. “Chiediamo giustizia per Pilù” ha spiegato Walter Caporale, presidente dell’associazione, augurandosi per l’imputato “il massimo della pena, che in Italia purtroppo è soltanto di 18 mesi con la condizionale e di sei mesi di servizio civile, e stiamo lavorando con questo Parlamento affiché la nuova legge sui maltrattamenti preveda anche il carcere, come avviene in America e in altri paesi europei, per chi maltratta, tortura o uccide animali”.

Sempre Oipa spiega che i”. “È sempre più urgente una riforma del Codice penale che introduca un inasprimento delle pene per chi maltratta e uccide animali – commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto -. Gli animali devono essere considerati esseri viventi suscettibili di tutela diretta e non più indiretta solo perché oggetto del sentimento di pietà nutrito dagli esseri umani verso di loro. Purtroppo ancora non hanno una copertura legislativa diretta non essendo loro riconosciuta soggettività giuridica”.