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Pistoia: ingresso illegale di stranieri, 24 misure cautelari

La Polizia di Stato di Pistoia sta eseguendo nelle province di Pistoia, Prato, Lucca, Pisa, Firenze e Roma, 24 misure cautelari (una custodia cautelare in carcere, 18 arresti domiciliari e 5 misure interdittive). L’inchiesta ha condotto in manette due impiegati comunali di Pistoia attraverso un altro filone dell’indagine: i due acquistavano e consumavano droga in orario di lavoro.

Le misure emesse dal Gip presso il Tribunale di Pistoia sono a carico di altrettante persone gravemente indiziate, a vario titolo, di reati quali il procurato ingresso illegale e l’agevolazione della permanenza nel territorio dello Stato di più di 200 cittadini stranieri, in prevalenza provenienti dal Pakistan, corruzione, violazione del segreto d’ufficio, traffico di influenze illecite, riciclaggio, truffa ai danni dello Stato, falso ideologico e materiale, furto, omissione di atti d’ufficio e cessioni di sostanze stupefacenti.

C’è anche un’ex poliziotta, oggi in pensione, tra le 18 persone finite agli arresti domiciliari per l’inchiesta sull’immigrazione irregolare. La donna aveva lavorato all’ufficio immigrazione della questura pistoiese; il questore di Pistoia Salvatore La Porta ha sottolineato come “l’ufficio ha avuto gli anticorpi per poter reagire e fare quello che andava fatto”. Speso invece dal servizio un impiegato della prefettura di Pistoia. Unico finito in carcere è un pachistano titolare di una ditta di imbiancatura di Pistoia, indicato come il “principale artefice” del giro di falsi per lo più per il rinnovo dei permessi di soggiorno.

L’inchiesta ha portato anche al divieto temporaneo dell’esercizio della professione per un commercialista di Montecatini e una ragioniera consulente del lavoro di Agliana. Coinvolto poi un revisore contabile con studio a Pistoia e Montecatini: quest’ultimo avrebbe anche gestito in proprio pratiche. Il pachistano arrestato si sarebbe avvalso dei tre professionisti per realizzare la falsa documentazione da allegare alle istanze. Altri italiani dichiaravano falsamente l’ospitalità o di avere alle loro dipendenze gli stranieri. Emerso anche che il pachistano avrebbe beneficiato dei favori di impiegati postali compiacenti addetti alla ricezione dei kit.

Altre 240 persone sono state denunciate in stato di libertà nell’ambito dello stesso procedimento. All’operazione, denominata ‘Whitewash’, coordinata dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, hanno collaborato anche la Squadra Mobile di Prato, il Reparto Prevenzione Crimine ”Toscana” e due unità cinofile con cani antidroga provenienti da Firenze e da Bologna.

Ci sono anche 2 impiegati del Comune di Pistoia tra i destinatari della misura della sospensione dal lavoro nell’ambito dell’inchiesta sull’immigrazione irregolare condotta dalla squadra mobile di Pistoia e coordinata dal pm Claudio Curreli che ha portato oggi a 19 arresti di pachistani, italiani, marocchini e albanesi.

I due impiegati comunali sono stati però coinvolti in un filone parallelo: l’accusa è truffa ai danni dello Stato, per assenze ingiustificate dal lavoro molte delle quali, spiega la polizia in una nota, sarebbero avvenute per andare a comprare cocaina che poi consumavano in ufficio. Questo filone parallelo ha fatto scattare 6 arresti domiciliari nei confronti di altrettante persone tutte dedite allo spaccio di droga.

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