È salito su un’impalcatura allestita per il restauro di una torre nel centro di Pistoia, tra via Cavour e via del Can Bianco, e ha annunciato che non scenderà fino a quando non avrà parlato col ministro Luigi Di Maio e con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Protagonista del gesto Stefano Barli, non nuovo a questo tipo di proteste: nel 2015 era salito più volte sul Battistero per protestare contro il tribunale per i minorenni che gli aveva tolto i figli, all’epoca di 8 e 5 anni, a seguito di una relazione dei servizi sociali.
Stamani Barli è salito sulla torre, dove sono in corso i lavori di restauro della facciata e per questo sono state allestite delle impalcature, esponendo un cartello di protesta, dove spiega che “per colpa delle normative fatte dalle istituzioni italiane” la sua famiglia “non può beneficiare di quello che è suo” e perché gli sarebbe stato tolto anche il reddito di cittadinanza. Sul posto vigili del fuoco e polizia.
Barli ha annunciato che non scenderà dall’impalcatura se prima non verrà messo in condizione di parlare con il ministro Di Maio e con il presidente del Consiglio Conte. “Due anni fa – spiega al telefono l’uomo – una signora che prese a cuore la nostra situazione stipulò una assicurazione sulla vita, indicando come beneficiari i nostri figli. Adesso che la signora è morta, ci sono arrivati 16mila euro, che non sono però nella nostra disponibilità perché gestiti dal giudice tutelare e servono solo per eventuali necessità dei nostri figli, che da un paio d’anni ci sono stati riaffidati. Tuttavia, per il fisco, quei soldi fanno cumulo con le piccole entrate che derivano da lavoretti che svolgo saltuariamente, pertanto ci è stato tolto anche il reddito di cittadinanza, che per noi era fondamentale”.