Era responsabile della sicurezza.
La corte di appello di Firenze ha confermato, con sentenza emessa oggi, la condanna in primo grado, per omicidio colposo, a 8 mesi, per l’architetto che era il coordinatore della sicurezza nel cantiere edile di Casalguidi (Pistoia) dove il 6 agosto 2009 morì, sotto il crollo delle pareti dello scavo, il muratore Francesco Lanciano, calabrese, 45 anni, sposato, tre figli.
L’uomo quel giorno fu travolto nel cantiere da una massa di terra che si staccò da un fronte alto sei metri e largo 12, quasi verticale, mentre si occupava dello scavo presso un muro di cemento armato, fondamenta di un complesso di quattro villini. Non potè scappare. Un collega, anche lui travolto dalla terra, rimase gravemente ferito.
Dalla vicenda, in base ai vari accertamenti, sono scaturiti tre processi distinti relativi alla morte del muratore: il primo, con la condanna definitiva in Cassazione del datore di lavoro; un altro, con la condanna del titolare della ditta che aveva fatto lo scavo; e questo processo, che ha raggiunto l’appello, con imputato l’architetto coordinatore della sicurezza.
Inoltre, in questo appello, il professionista è stato condannato a tutte le spese processuali e al risarcimento della parte civile Inail con 15.000 euro di provvisionale. Invece, i familiari della vittima oggi hanno revocato la costituzione parte civile a seguito di risarcimento. Infine, l’Inail per le proprie coperture ha versato circa 336.000 euro ai congiunti del lavoratore. Motivazioni della sentenza tra 90 giorni.