Oggi il sindaco ha raccolto l’ennesimo sfogo dei residenti del quartiere di Vicofaro che “denunciano una condizione invivibile con risse continue, urla, auto danneggiate ed aree pubbliche trasformate in bagni a cielo aperto”
“Siamo alla privazione della libertà, questi cittadini sono vittime di un sistema che evidentemente condurrà all’irreparabile. E’ quello che, in questi anni, abbiamo cercato di evitare adottando tutti i provvedimenti di competenza comunale, al pari di ogni altra situazione, perché Vicofaro non è e non dovrebbe essere immune da regole e leggi”.
Così il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, dopo essere stato contattato da alcuni residenti di Vicofaro, il quartiere pistoiese da anni al centro di polemiche per l’alto numero di migranti ospitati nei locali della parrocchia e per le conseguenti tensioni che si sono create nella zona. Oggi il sindaco ha raccolto l’ennesimo sfogo dei residenti che “denunciano una condizione invivibile con risse continue, urla, auto danneggiate ed aree pubbliche trasformate in bagni a cielo aperto”.
“Il Comune si è mosso nell’ambito del proprio ruolo ma questo non basta – sostiene il sindaco -. Il problema Vicofaro necessita infatti di un intervento della Prefettura che coordina le forze di polizia”. Tomasi sottolinea che “il Comune è intervenuto sulla mancata conformità edilizia, sull’agibilità, ha più volte dato seguito agli esposti dei cittadini, chiedendo ad Asl di intervenire sulle condizioni igienico sanitarie mancanti. Il cuore della questione però è un altro e riguarda la sicurezza pubblica e il ripristino della legalità”.
Da qui la decisione del sindaco di scrivere nuovamente alla prefettura, come già aveva fatto nel 2020, quando era stato chiesto anche l’intervento della Regione la quale all’epoca “aveva convocato dei tavoli a seguito dei quali sono anche stati stanziati soldi da destinare alla sistemazione delle persone accolte a Vicofaro. Oggi è evidente che quel tentativo non sia andato a buon fine ma già allora si intuiva la mancanza di volontà da parte del legale rappresentante della parrocchia di percorrere questa strada di decongestionamento”. “Adesso – conclude il sindaco – occorre pensare a chi vive lì, sia fuori dalla parrocchia che dentro”.