Riflettori puntati su Pitti Uomo n.95 il salone della moda maschile al via a Firenze a Fortezza da Basso, dall’8 all’11 gennaio.
Ospite per il menswear di questa tornata che vede coinvolti 1230 marchi (542 esteri) il designer belga Glenn Martens, direttore creativo di Y/Project, brand parigino che proporrà in un evento speciale la nuova collezione. Per Pitti Italics invece ci sarà Aldo Maria Camillo con il brand eponimo Aldomariacamillo fondato dopo le collaborazioni con marchi prestigiosi come Zegna, Valentino, Cerruti, Berluti. Slam Jam, che ha saputo unire arte, musica e moda, celebra 30 anni con un evento in collaborazione con alcuni partner all’interno del Museo Marino Marini, dove sarà presente anche un Museum Shop curato da Slam Jam con oggetti speciali creati per l’occasione. L’8 gennaio, in apertura del salone, il Gucci Garden presenta il nuovo allestimento di due sale della Galleria, le Period Room, all’interno dello storico Palazzo della Mercanzia in Piazza della Signoria. Dopo l’omaggio a Bjork arrivano walls inediti realizzati da due artiste capaci di colloquiare con l’esterno, mentre nella boutique sarà presentata una selezione di oggetti e capi con le immagini di un”artista che per la prima volta collabora con la maison.
Il fatturato della moda maschile italiana dovrebbe archiviare il 2018 con una crescita, secondo i dati elaborati da Sistema Moda Italia e diffusi in occasione di Pitti Uomo (8-11 gennaio). Il fatturato è atteso sperimentare una dinamica pari al +1,5%, oltrepassando dunque i 9,4 miliardi di euro.
Dopo una prima parte dell’anno particolarmente soddisfacente oltreconfine (il primo semestre si è chiuso con un export in aumento del +5,5%), la performance annua risulta in decelerazione. Il valore della produzione assiste a un’inversione di tendenza, con una contrazione nell’ordine del -2,8% rispetto al 2017. Per l’export si stima una decelerazione, che porterebbe il ritmo di crescita al +3,9%, corrispondente ad un livello complessivo di vendite estere superiore comunque ai 6,3 miliardi di euro. Nel caso dell’import si prospetta una crescita stimata al +6,4%, l’ammontare totale oltrepasserebbe così i 4,2 miliardi.
Analizzando i primi 9 mesi del 2018 e i singoli mercati di sbocco, le crescite risultano generalizzate e tra i “top20” solo pochi Paesi si rivelano in flessione. Con riferimento al Vecchio Continente, la Germania mostra un aumento del +3,5%, il Regno Unito del +8,1%, la Francia del +2,2%. Nota a sé merita la Svizzera, in primis piattaforma logistico-commerciale per molti operatori del settore, in aumento del +20,5%, a testimonianza di un mercato globale complessivamente favorevole alle produzioni italiane. Con riferimento ai mercati extra-europei, gli Stati Uniti assistono a una crescita delle esportazioni di moda maschile pari al +2,8%. Similmente, la Russia si rivela positiva per la moda maschile, archiviando un +6,4%. Se si guarda al Far East, Hong Kong e Cina crescono rispettivamente del +3,6% e del +27,7%. Per il 2019 le rilevazioni campionarie condotte dal Centro Studi di Confindustria Moda su un campione di aziende di moda maschile associate a SMI, indicano una “stabilità” delle condizioni congiunturali sperimentate nel corso del 2018.