Site icon www.controradio.it

🎧 “Più violenza contro le donne durante i lockdown”, servono fondi per Centri antiviolenza

centri anti violenza

Copyright: imagoecononomica

La coordinatrice del centro antiviolenza L’una per l’altra di Viareggio: “Aumento di richieste di aiuto. La violenza è un fenomeno ancora più esteso di quello che raccontano i dati”

I dati Istat appena pubblicati hanno confermato l’aumento della violenza maschile contro le donne durante le chiusure dovute alla pandemia. +71% delle donne seguite nei centri antiviolenza durante il primo lockdown (marzo -aprile 2020) secondo i dati diffusi dalla rete D.I.Re (Donne in Rete contro la Violenza).
Un fenomeno sommerso e ancora più esteso di quanto raccontano i dati, considerando le donne che non hanno potuto chiedere aiuto perché chiuse in casa con l’abusante che raccontano anche i centri antiviolenza toscani, come L’una per l’altra di Viareggio.
“Siamo sempre state aperte nel lockdown, abbiamo dovuto modificare la metodologia per raggiungere le donne nelle loro case: abbiamo avuto richieste di aiuto da donne che stavano vivendo matrimoni forzati o da una donna costretta ad abortire per quattro volte: lui in maniera metodica si faceva arrivare un medicinale da un posto che non posso dire fino a quando non siamo riuscite a metterla in sicurezza”, spiega Elisa Petrini, del centro antiviolenza L’una per l’altra di Viareggio.
Il centro antiviolenza di Viareggio ha avuto 45 donne nuove a cui dare assistenza durante il lockdown, poi nei mesi di luglio, agosto e settembre è arrivato un boom di richieste di aiuto. Adesso hanno un centinaio di donne in carico, un numero consistente per un anno iniziato solo da 5 mesi.
“Il lockdown ha avuto effetti notevoli in termini di disparità di potere esercitato dall’abusante. Molte donne hanno dovuto lasciare il lavoro e il controllo è aumentato. Noi donne abbiamo tantissime risorse e queste donne l’hanno dimostrato: sotto lockdown abbiamo messo in sicurezza una mamma con una bimba mentre l’abusante era in casa. Abbiamo fatto delle consulenze tecniche civile mentre la donna portava il cane a passeggio”, continua Petrini.
Il lavoro dei centri antiviolenza non è mai calato e adesso avrebbe bisogno di più finanziamenti: “Se riuscissimo ad avere dei canali preferenziali sulle politiche abitative e lavorative questo sicuramente aiuterebbe le donne ad uscire fuori dalla violenza”, conclude Petrini.
Sentiamo Elisa Petrini, coordinatrice del centro antiviolenza “L’una per l’altra” di Viareggio ai microfoni di Monica Pelliccia
 
Exit mobile version