L’attivista LGBT+ Yulja Tsvetkova accusata di violare la legge russa contro la cosiddetta “propaganda
omosessuale” per aver disegnato una famiglia arcobaleno in solidarietà con una coppia dello stesso sesso era dovuta
fuggire dalla Russia con i suoi due figli adottivi perché le autorità li avevano presi di mira. È stata anche accusata
diffusione di immagini pornografiche dopo aver condiviso sui social media altri disegni a favore dell’inclusione. Yulja si
trova agli arresti domiciliari da oltre 3 mesi e rischia fino a sei anni di reclusione. Il processo dovrebbe tenersi entro la
fine di marzo. Il Moscow Community Center, un’associazione per i diritti LGBT+ a Mosca, e l’organizzazione internazionale
per i diritti LGBT+ All Out si sono associati per lanciare una campagna globale per esortare le autorità russe a ritirare
tutte le accuse contro Yulja Tsvetkova e di abrogare la legge contro la cosiddetta “propaganda omosessuale”.