Sollicciano, dopo l’ennesimo suicidio, ora alle prese con un centinaio di ricorsi contro le condizioni disumane
Fabio Crescioli
Il carcere fiorentino di Sollicciano, dopo l’ennesimo suicidio e la protesta dei detenuti che ne è seguita, prova a correre ai ripari. Ottanta detenuti sono stati trasferiti in altre carceri mentre la magistratura di sorveglianza si trova di fronte ad un centinaio di ricorsi fatti dai detenuti, contro le condizioni “disumane e degradanti” della struttura penitenziaria. Tra questi ricorsi, c’è anche quello del detenuto che si è tolto la vita giovedì, Fedi, il giovane tunisinoo di 20 anni, come ci ha raccontato Sofia Ciuffoletti, Presidente dell’associazione L’Altrodiritto.