Droga, prostituzione, reati predatori e merci contraffatte per i clan stranieri: questi gli ambiti di azione in cui si cimenta in Toscana la criminalità organizzata nelle sue varie forme. Lo riporta la relazione semestrale 2023 della Dia che rileva l’operatività nella regione di clan di camorra e ‘ndrangheta, molto più rispetto alle consorterie siciliane, meno radicate in Toscana. Invece la criminalità estera è rappresentata in particolar modo da albanesi, romeni, cinesi, magrebini e nordafricani in genere, i quali si avvalgono come manovalanza di soggetti in stato di bisogno o irregolari in Italia. Le cosche straniere, soprattutto albanesi, che hanno una leadership nel traffico internazionale di droga, “non disdegnano di stringere alleanze criminali – scrive la Dia – con esponenti dei sodalizi italiani”.
Ai nostri microfoni: Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto.
Criminalità organizzata, radicamento in Toscana
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