Da Israele e Palestina per rivendicare il diritto all’obiezione di coscienza.

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    Da Israele e Palestina per rivendicare il diritto all’obiezione di coscienza.
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    Vengono da Israele e Palestina, dove il diritto internazionale viene calpestato, per rivendicare il diritto all’obiezione di coscienza. Lavorano insieme e rifiutano la guerra, l’esercito, le armi, l’odio. Sofia Orr e Daniel Mizrahi (israeliani, hanno rifiutato armi e divisa, sono obiettori di coscienza e per questo reduci dal carcere), Tarteel Yasser Al Junaidi e Aisha Amer (palestinesi, sono attiviste nonviolente e difendono i diritti umani, contro l’occupazione) sono quattro testimoni di pace che credono nel dialogo e lavorano insieme, come “gruppo misto” israelo-palestinese, e rappresentano due importanti movimenti: Mesarvot (una rete di giovani attivisti israeliani che rifiutano di prestare il servizio militare obbligatorio), e Community Peacemaker Teams – Palestina (CPT, sostiene la resistenza di base nonviolenta guidata dai palestinesi contro l’occupazione israeliana).

    Sentiamoli nelle interviste rilasciate ieri in conferenza stampa nella sede della CGIL Toscana, ai microfoni di Domenico Guarino.