I primi 10 fondi finanziari del mondo gestiscono circa 44mila miliardi di dollari; gli stessi detengono almeno il 50% delle prime 500 società del pianeta. La finanza ha ormai raggiunto una dimensione tale che riesce a modificare i prezzi dei beni reali, e delle materie prime in particolare, distorcendo il normale incontro tra domanda e offerta di mercato in virtù di una speculazione crescente, che si autoalimenta, e che drena risorse all’economia reale.
Questi problemi si ritrovano anche in Toscana. Una questione connessa alla finanziarizzazione è anche quella riferita al dibattito in corso sulla possibile quotazione in borsa della Multiutility Toscana.
Quanto è rilevante nella vita quotidiana di tutti noi il peso della finanziarizzazione dell’economia? Cosa può fare la politica a livello regionale e nazionale per arginare gli effetti deleteri di una finanza (quasi) senza regole? Si è cercato di rispondere a queste problematiche nell’ambito dell’iniziativa di Fisac Cgil Toscana “Domare la finanza – Come e perché è giusto rimettere delle regole alla finanza” che si è svolta giovedì 21 settembre presso l’Educatorio di Fuligno di Firenze.
Le interviste di Chiara Brilli a Paolo Cecchi (segretario generale Fisac Cgil Toscana), Alessandro Volpi (Docente di Storia contemporanea, di Storia del movimento operaio e sindacale e di Storia sociale presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa), Ilaria Bugetti (Presidente della 2° commissione consiliare regione Toscana “Sviluppo economico e rurale”, Partito Democratico); Dario Danti (Segretario Regionale di Sinistra Italiana Toscana); Irene Galletti (Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle Regione Toscana); Rossano Rossi (Segretario generale della Cgil Toscana) che ha concluso l’evento.