“L’arte alla radio, con il direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti. “Essenzialità del mare”, di Virgilio Guidi (1951 ca.)
Vediamo tre fasce di colore stese con un tocco lieve, come a far dimenticare la materia che si traduce in luce e pura spazialità. Vasta profondità di un paesaggio ridotto all’essenziale. Mare, cielo, spiaggia. Il punto di partenza è la laguna di Venezia, tanto amata da Virgilio Guidi, (Roma, 1891 – Venezia, 1984), che qui visse e lavorò quasi tutta la vita. Tre bande di colore, di cui due di un bianco latte, leggermente indorato di luminescenza, ultima traccia di un effetto atmosferico. La terza fascia, quella al centro, è di un bel colore azzurro chiaro. È la laguna, nella sua dimensione più spaziosa, su cui galleggiano piccoli puntini di un blu più scuro. Piccole macchie di colore. Che solo con un ultimo sforzo concettuale ricollochiamo al loro posto nella realtà. Imbarcazioni. Il minimo segnale di una presenza oggettiva in quel mondo essenziale. Guardando a distanza, la tela perde i suoi connotati paesaggistici e diventa altro, un’esperienza al limite del figurativo. Le bande sembrano continuare oltre la cornice, per un’estensione illimitata della spazialità che qui è fatta di luce-colore. L’inquadratura è solo una porzione di una visione ancora più ampia che ormai la dimensione del quadro da parete stenta a contenere.
De resto, il linguaggio figurativo ansioso di immortalare il vero naturale è un discorso passato. Ma osserviamo bene, perché in verità Virgilio Guidi non osa fare il passo successivo. Si ferma sull’estremo limite. Oltre la linea, di visibile e invisibile, gli appare un precipizio. Non può sopportare l’abbandono definitivo di un territorio conosciuto, il sapere di una cultura artistica millenaria, e appare infine retrocedere con una grazia straordinaria, con dolcezza e leggera malinconia.
Nell’Essenzialità del mare, che al Museo Novecento ha un posto privilegiato nella galleria permanente al secondo piano, Guidi dimostra di essersi affacciato su una nuova diversa realtà, dove tempo e spazio sono una questione di luce, e il sentimento che di riflesso è generato in noi è quello di chi si trova davanti alla trasfigurazione della materia in un momento contingente di cosmica vibrazione luminosa. L’attimo in cui la luce determina la congiunzione di visibile e invisibile, ed è come se noi, con l’autore, fossimo testimoni di una rivelazione metafisica.
Copyright Sergio Risaliti
Immagine: Museo Novecento, Raccolta Alberto Della Ragione. Fototeca dei Musei Civici Fiorentini.