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«Salviamo i Mufloni del Giglio». La petizione di 50 agricoltori. Mobilitazione degli abitanti dell’isola toscana contro la decisione dell’Ente parco. Con loro si schiera anche la Lav. Nove anni fa, analoga preoccupazione destò l’eradicazione del ratto sull’isola di Montecristo. Parla un viticoltore dell’Isola del Giglio Cesare
Buongiorno,
dopo aver ascoltato questo servizio sono molto deluso dalla qualità dell’informazione di Controradio. Mi chiedo come mai, visto che si fa riferimento agli ingenti finanziamenti della Commissione Europea a sostegno dei programmi intrapresi dall’Ente Parco, il cronista non si soffermi a riflettere sulla logica che vi sta alla base, lasciando invece paventare, in maniera del tutto deliberata e parziale, che si tratti di scelte scellerate fatte senza nessun criterio. Mi chiedo inoltre come mai, su una materia scientifica articolata e complessa come la biologia delle invasioni, sulla quale esiste addirittura una rivista scientifica internazionale dedicata (Biological Invasions), venga chiamato in causa un ingegnere e agricoltore e non un biologo o un naturalista, esperti in materia. Infatti, i concetti espressi nell’intervista sono approssimativi, quando non erronei, e denotano assoluta ignoranza riguardo agli effetti ecologici causati dalla specie aliene invasive in tutto il mondo, attestati da numerose pubblicazioni scientifiche, da una pletora di interventi di conservazione svolti a livello globale, simili a quelli che l’Ente Parco conduce in Arcipelago, e, addirittura, dall’esistenza di una specifica normativa comunitaria in materia (Regolamento UE 1143/2014). Invito codesta redazione a considerare che si è affrontato un argomento scientifico di assoluta urgenza e gravità con estrema leggerezza e in modo incompetente, facendo pertanto disinformazione sull’argomento. Le discipline appartenenti alle scienze naturali sono materia scientifica della quale si occupano persone con competenze altamente settoriali, che compiono percorsi formativi e professionali (zoologi, botanici ecc.), similmente a quanto accade nell’ambito dell’ingegneria, della medicina, della fisica e di tutte le altre materie scientifiche. Nel servizio si citano i pareri di un subacqueo, un ingegnere, un’associazione animalista un cronista evidentemente impreparato e si riaffermano le idee di zoologi attivi negli anni ’50. Mi permetto di far notare, oltre all’evidente inopportunità delle prime quattro figure, che dagli anni ’50 ad oggi sono trascorsi 70 anni: un’eternità in termini di avanzamento delle conoscenze e quindi della consapevolezza in ambito scientifico.
Tutti i progetti citati sono stati svolti sulla base di accurate analisi costi-benefici e sulla base delle più aggiornate conoscenze in materia di biologia delle invasioni e in conformità con centinaia di interventi dello stesso tipo che vengono svolti da enti di ricerca e ong che si occupano di conservazione della natura a livello globale. Ecco spiegato perché la Commissione Europea investa tanti soldi in tali progetti e l’Ente Parco Nazionale che, lo sottolineo, si occupa di conservazione della biodiversità naturale dell’Arcipelago Toscano, intraprenda da anni tale tipo di interventi, che incontrano peraltro, a livello nazionale, il parere favorevole di ISPRA (Istituto Nazionale per la Protezione dell’Ambiente).
In un’epoca in cui emerge l’assoluta necessità di una corretta informazione su argomenti di tipo scientifico, mi sento di esprimere tutta la mia delusione verso il dott. Palumbo e verso la Redazione di Contro Radio, che da anni ascolto con interesse. Spero che in futuro venga utilizzata una maggiore sensibilità su come trattare argomenti scientifici come quello affrontato nell’intervista, lasciando meno spazio alle suggestioni indotte dell’emotività, su cui evidentemente si basa il servizio, e considerando con maggior razionalità e competenza i motivi e i criteri sulla quali si basano i citati interventi di conservazione della biodiversità naturale intrapresi al Giglio e nelle altre isole dell’Arcipelago Toscano.
Cordialmente
Fabrizio Bartolini