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Memoria e Shoah. Verso il 27 gennaio

Speciale a cura di Sandra  Salvato

“Più che le scuse dal Ministro Valditara, vorrei che lo Stato dicesse ‘eravamo dalla parte sbagliata durante la guerra’, non occorrono tante parole, ma queste le capiscono anche i giovani. E vorrei che fosse fatto finché sono ancora in vita”. Va dritta al punto Tatiana Bucci, che insieme alla sorella Andra, ieri, nell’ambito dell’incontro con le scuole “Memoria e conoscenza: semi di pace”, presso il Teatro della Compagnia, è tornata a raccontare il dramma del loro internamento ad Auschwitz. Una missione, come l’ha definita, che non si limita al giorno della memoria perché, ha ricordato anche il rabbino della comunità di Firenze, Gadi Piperno, sono tante le occasioni per testimoniare durante tutto l’anno, “per quanto lo Stato Italiano abbia deciso di incidere sulla propria pelle il 27 gennaio come data fondamentale per la propria identità”. Una lezione di vita che è uscita dalle aule e ha coinvolto circa 400 studenti in presenza più 5000 collegati da 316 classi di 71 istituti toscani per quelli che l’abate di San Miniato ha definito “necessari esercizi di memoria”.

Per restituire a pieno l’importanza dell’evento, abbiamo raccolto una serie di voci, a cominciare da quelle delle sorelle Bucci. Sentiremo quindi Piperno, Asia Ripi dell’Istituto agrario di Firenze, Padre Bernardo e il presidente della Regione Eugenio Giani.

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