Tutti al voto! del 06 Febbraio 2024 08:40

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    Redazione
    Tutti al voto! del 06 Febbraio 2024 08:40
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    Speaker 0: E non è

    Speaker 1: un po’ più. Speciale

    Speaker 2: Newsline. Tutti al voto. Eccoci in tutti al voto per l’approfondimento di oggi, questo percorso che stiamo facendo verso le amministrative e le europee di giugno, e oggi ci prendiamo una cosiddetta pausa di riflessione. Siamo in una situazione in cui alcune notizie rispetto a candidature d’alleanze sono state inquadrate, ufficializzate, delineate, ma c’è ancora una situazione che abbiamo definito in queste settimane magmatiche che ancora non si è stabilizzata e che vede la necessità di una riflessione anche per capire dove stiamo andando e dove sta andando non solo la politica ma anche l’elettorato e allora salutiamo I nostri ospiti innanzitutto Raffaele Palumbo che mi ha raggiunto negli studi di Controradio Web TV e poi il professore storico dell’Università di Firenze Fulvio Conti con noi in studio.

    Speaker 3: Buongiorno.

    Speaker 2: Altri ospiti in collegamento a partire da Patrizia Asproni, presidente nazionale di Conf Culture, figura affermata nel management culturale, nelle industrie creative e cittadina

    Speaker 4: di Firenze, quindi la

    Speaker 1: utilizzeremo nelle sue molteplici vesti. Grazie per essere con noi. Buongiorno a tutti.

    Speaker 0: Cittadina di Firenze del centro storico, quindi

    Speaker 1: I nervi sono un po’ tesi, però parleremo anche di elezioni europee, finalmente con Costanza Hermanin, che è docente all’Istituto universitario europeo, che dovrebbe avessi raggiunto in collegamento e che salutiamo con Cosa Zermannini, sarà con noi tra pochi secondi, Professor Conti, le faccio una domanda carica di ingegnuità, ma è possibile, ecco Cosa Zermannini con noi, buongiorno prese Sessa, buongiorno a lei, grazie per essere con noi è possibile che nessuno sapeva che dopo cinque anni ci sarebbero state delle elezioni perché come dire, tra l’immobilismo del centro-est, a fiorentino e la situazione magmatica come la definiva eufemisticamente chiaro qualche minuto qualche secondo fa sembra che abbiamo scoperto sei mesi fa che c’erano le elezioni.

    Speaker 3: Quelle europee o quelle administrative? Quelle administrative, non c’erano qualche dubbio. No, l’europee hanno fra l’altro questa cadenza spasata e poi durano cinque anni, a differenza delle nostre che a volte si interrompono prima, quindi hanno oltre le trovi, però questa loro regolarità fa sì che a volte ci dimentichiamo che ci siano. Poi l’Europa, come dire, forse pensiamo al Parlamento europeo come una struttura subordinata rispetto al ruolo dell’esecutivo, della commissione o di altri organi, quindi ci poniamo meno la testa, ci facciamo meno attenzione, pensiamo che sia meno rilevante. In realtà non è così, non è così, poi da

    Speaker 1: lì verrà l’elezione della commissione e tutte le altre. Poi andiamo sulle amministrative subito, però Costanza e Manin anche da un punto di vista tecnico, molto brevemente perché siamo in tanti e il tempo alla radio e sulle web tv è sempre tirando, Quanto è difficile prendere parte da potenziali eletti alle elezioni europee? Un neopartito ad esempio. È una cosa un po’ complessa questa, la riassumiamo in poco? Assolutamente.

    Speaker 0: Le elezioni europee sarebbero sostanzialmente un sistema semplice in realtà come dite voi a cadenza regolare un sistema proporzionale per cui l’elettore capisce anche più o meno il partito che può votare quello che è il sistema per partecipare la complessità è puramente italiano non è una complessità italiana e europea ci tengo a dirlo purtroppo mmm I partiti I rappresentanti italiani che stanno nelle istituzioni deliberative siano esse un consiglio regionale parlamento europeo e parlamento italiano hanno in ognuno di questi livelli predisposti le regole tali che un nuovo partito una nuova lista, una nuova forza politica praticamente è impossibile accedervi non per nulla è nato solo il Movimento Cinque Stelle negli scorsi diciamo trent’anni quindi per esempio esiste a livello europeo una nuova forza politica che si presenta in tutti gli stati dell’Unione Europea o quasi che si chiama Volt, un gruppo molto giovane il partito paneuropeo, in Italia non riesce ad accedere alla competizione elettorale perché dovrebbe raccogliere fra le trentacinquamila e le cinquantamila firme per circoscrizione elettorale e quindi per cinque circoscrizione e questo gli esclude dalla competizione. Mentre tutti I partitini che conosciamo noi ma persino I repubblicani italiani ho raccontato il rispetto per I repubblicani italiani avendo già un simbolo rappresentato in parlamento quindici anni fa sono esenti dalla raccolta firme.

    Un sistema

    Speaker 2: astruso purtroppo che ci taglia fuori dal rinnovamento della classe politica. Ecco dopo questa contestualizzazione che abbiamo fatto con il professor Conti e la professore Ester Manin Patrizia Asproni ci siamo trovati nel corso di queste settimane di approfondimento politico anche a sondare le opinioni, il sentire la conoscenza dei cittadini, dei cittadini di Firenze nello specifico e se è complicato il quadro europeo dobbiamo dire che diventa difficile anche poter spiegare a un cittadino europeo che non habita a Firenze il quadro politico delle alleanze e degli equilibri in vista delle amministrative. Si è trovata nella sua esperienza, nel suo contesto, soprattutto culturale ma non solo, ad avere difficoltà a dover riportare quella che è una situazione che è poco comprensibile all’esterno.

    Speaker 4: Beh infatti visto che siamo alla radio titolarei tu chiamale se vuoi elezioni perché non si capisce molto da questo punto di vista. La novità di quest’anno secondo me è la nascita di un movimento dal basso. Vedo tantissimi comitati a Firenze che si stanno attrezzando per poi probabilmente esprimersi in liste civiche. Quello che diceva la professoressa Manin però è molto vero. Qui da noi c’è una grandissima difficoltà poi a far diventare questo questi movimenti dei partiti diciamo così e quindi il rischio è che poi tutto si dissolva come sempre come sempre si è dissolto.

    A Firenze in questo momento la tenzone mi sembra che sia tutta rivolta verso sinistra perché la destra ancora non ha deciso che cosa farà da grande e questo secondo me è un altro vulnus perché senza una opposizione dall’altra parte non si costruisce nemmeno poi un programma perché non c’è nemmeno bisogno di costruire un programma e infatti I programmi in questo momento stanno al palo. Questi movimenti dal basso che stanno nascendo anche dai comitati di quartiere, quindi anche dai cittadini che sono molto molto provati da una situazione di Firenze che a mio parere è sfuggita ad ogni controllo alla fine dei conti non si capisce dove andranno a convogliare e questo sarà un ulteriore problema perché chiaramente senza poi un’espressione democratica tutto questo che cosa diventa c’è anche un rischio ehm che questo poi possa in generale dei conflitti. Firenze è già in pieno conflitto sociale perché oggi ci sono I conflitti fra I turisti e I residenti anche se questo fino a poco tempo fa è stato negato. Tutto questo dove ci sta portando? Ecco io non vedo un disegno, non vedo un programma e non vedo nemmeno delle soluzioni reali proposte.

    Speaker 1: Professore, parliamo per un attimo di Firenze. Quello diceva Patrizia Speroni è estremamente interessante. Anche qui, scopriamo di avere le elezioni, Il Partito Democratico di Prato aveva annunciato la scorsa estate che avrebbe avuto il candidato a ottobre. Siamo a marzo, ancora non c’è, per fare un esempio. A Firenze è veramente una situazione in enorme movimento.

    Come mai secondo lei? Anche questa dichotomia pesante del centro-destra che sta presso da Eric Schmidt senza avere al momento alternativo il centro-sinistra dove poi vediamo anche cambiare le carte in tavola di continuo, tra le altre cose.

    Speaker 3: Veramente è una situazione paradossale. Io sinceramente pensavo che la candidatura Aikersmith, come lui aveva detto, annunciato in tanti discorsi, si sciogliesse, si definisse in unzio, no, a gennaio. E fra l’altro quei due mesi di annuncio si ci sono giocavano benissimo che aveva ottenuto una visibilità mediatica, stava facendo campagna senza farla con un accreditamento era già il competitor adesso credo che sinceramente sia io penso che sia uscito di scena siamo in ogni caso ai primi di marzo si ripete la situazione che abbiamo avuto in tante altre elezioni dove il centrodestra non tira fuori nulla.

    Speaker 2: C’è chi la interpreta però anche come una cristallizzazione strategica anche qui nei nostri studi esponenti del centrodestra ci hanno fatto capire lasciamo che si scannino tra loro fin tanto che possono e poi. Non so se questo equivale davvero a una capacità così a livello strategico-politico.

    Speaker 3: Sì, però voglio dire, la sinistra se la lasci fare ha una capacità di scannarsi da sola, che da storico posso dire risale indietro di 150 anni, mettete due di sinistra e si divideranno in tre insieme. Però a ragione Patrizia Sproni, quello che diceva poco fa, non si costruisce un’alternativa, un’alternativa ha bisogno di un programma, ha bisogno anche di persone che identifichino quel programma e questo non c’è, non c’è stato nelle lezioni precedenti. Secondo me questa volta da osservatore, da studioso, Firenze poteva avere le caratteristiche di contendibilità. Cioè, secondo me la destra ce l’avrebbe potuta anche fare proprio per le divisioni al sinistra, eccetera. Però, voglio dire, alla fine devi scendere in campo, devi elaborare un programma, devi presentare non solo un candidato ma una squadra.

    Speaker 2: Fatti c’è chi scalpita all’interno, parliamo di Forza Italia e non da ora per questa necessità di presentare il candidato ai fiorentini e sul territorio. Raffaele, parlando di programmi a livello europeo sarebbe interessante capire come intercettare l’attenzione e bisogno degli elettori rispetto a questo, rispetto a una Europa che la si vede utile, anzi avvolta di nemica, avversaria, poco sensibile a quelle che sono le reali problematiche e le peculiarità dei territori e poco interventista in senso pacifico rispetto invece ad altri contesti internazionali.

    Speaker 1: E’ infatti, è così, perché Costanza e Manino ci insegnano che quest’anno metà dell’umanità, ovvero 4 miliardi di persone, andranno al voto, per cui anche noi europei, dall’India alla Russia, ad altre realtà importantissime, per cercare anche di capire quanto arriva, come diceva Chiara ai cittadini che doveranno essere chiamati

    Speaker 0: per essere Manin a a scegliere. Certo certo. Fatemi fare una battuta su Firenze perché anche io sono una cittadina. Nell’elettrice fiorentina manca completamente l’offerta della destra e c’è grande incertezza ma l’offerta programmatica manca anche a sinistra perché la coalizione costruita dal PD non ha un programma mette insieme delle forze politiche contro il riporto contro il rimovolezza contro varie altre cose insieme a una vecchia amministrazione che ha portato avanti tutti questi progetti quindi c’è una debolezza programmatica sostanziale e il fatto di non aver fatto le primarie secondo me è una cosa che indebolisce tantissimo la coesione su quella parte politica se si fossero fatte ci sarebbe stata una scelta di cittadini fiorentini. Questo detto questo l’offerta politica europea beh siamo di fronte a un momento in cui ogni proiezione ci dà una affermazione importante delle destre a livello europeo lo sappiamo anche in Italia il partito di Giorgia Meloni non sta traballando più di tanto quindi si avvale di un consenso comunque importante forza Italia non è crollata quindi ci aspettiamo non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa un’affermazione delle destre in Francia con le PEN, in Germania I socialisti sono crollati e quindi anche lì ci sarà l’alternativa for Deutschland.

    Qual è l’agenda di questi partiti? È molto chiara la differenza che vediamo a livello europeo e come diceva la collega non è tanto una differenza sulla politica estera, sulla politica estera in realtà per esempio sulla questione della difesa dell’intervento a sostegno dell’Ucraina contro l’aggressione russa, le forze politiche hanno una visione comune della necessità di continuare l’impegno dell’Unione Europea a sostegno dell’Ucraina la vera differenza si nota oggi come oggi sulle questioni ad esempio climatiche sull’agricoltura su questo si andrà a votare le destre europee vogliono preservare un certo modello di sviluppo un discorso che ehm diciamo tende a ridurre la catastrofe climatica e quindi a inibire gli strumenti la transizione ecologica tutto ciò che ci serve per far fronte così come ha un’attenzione particolare a dei temi di sviluppo sociale, di pluralismo democratico, di accettazione, di diversità, di parità di genere, eccetera che invece le altre parti non hanno. Quindi il sostanzialmente la differenza dei programmi starà su questi punti molto importanti. Tant’e vero guardate che non è un caso che ieri ci sia stato questo voto storico al congresso francese per l’iscrizione del diritto all’aborto nei costituzioni. È un segno di Macon che dice guardate voi non voterete per me alle elezioni europee mi aspetto che il mio partito crolli e che vinca la Lepen ma la differenza si fa anche su questi temi e pensate che le destre europee questa agenda anti

    Speaker 2: abortista ce l’hanno ai fatti ai fatti. Torniamo al territorio locale però riprendendo una riflessione fatta proprio in questo momento ehm si fa la differenza

    Speaker 0: su determinate scelte strategiche che possono

    Speaker 2: avere a che fare su Firenze. Pensiamo alla questione della vivibilità degli affitti turistici, della residenza. Abbiamo raccontato del rapporto negativo affitti brevi-residenze che recentemente vede in testa con la maglia nera il capologo toscano Patrizia Asproni. Mi colpisce oggi un ennesimo cortocircuito possiamo dire che viene recepito come tale immagino da chi legge ovvero della legge regionale per la questione del limitare gli Airbnb e le potenzialità che possono avere I comuni nella copertura normativa per prevedere limitazioni per appunto gli Airbnb e poi però dall’altro c’è un assist agli alberghi che ora potranno prendere in gestione per finalità turistiche fino al 40% delle civili abitazioni che sono nei pressi. Ecco, non è il primo corto circuito di una visione mancante come diceva lei, strategica per una Firenze e per una Toscana che invece vedrà nei prossimi anni l’aspetto abitativo fortemente prioritario come necessità socio economica per le famiglie e per I cittadini.

    Speaker 4: Sì è evidente che si sta come dire c’è sempre di più uno scollamento fra la realtà e il il governo della regione e della città e questo sta diventando sempre più grave a mio parere perché poi questo tipo di provvedimenti a volte sono peggio voglio dire di quelli precedenti. Questa ampliamento agli alberghi delle case vicine è una cosa non so da quali cilindro sia venuta fuori ma chiaramente non si capisce che poi non ci sono gli strumenti di controllo, quindi assolutamente inutile fare questo tipo di legislazioni che alla fine poi si dissolvono in annunci. Noi soffriamo fortemente di annuncite, abbiamo annunci continui, non lo so, ogni giorno abbiamo, voglio dire, un annuncio che è sempre deflagrante, che poi non si concretizza mai assolutamente in cose concrete. Io mi sono andata a vedere delle ordinanze, in queste ordinanze spesso non ci sono perché poi non sono non sono diventate le famose determine dirigenziali, non hanno le firme eccetera, però hanno occupato per giorni, mesi, a volte lo spazio dei giornali. Qui c’è una residenza che evidentemente è in enorme sofferenza ed è devastata dalla gentrificazione.

    C’è una serie di consorterie che a Firenze ci sono sempre state, no? Fin fin dal dal famoso rinascimento voglio dire che comunque premono sui governi del territorio. Creando appunto delle lacerazioni continue perché non c’è un disegno organico questo è il problema

    Speaker 0: e poi si è smesso di ascoltare la cittadinanza. La cittadinanza di questo se ne accorta e ripeto quello che dicevo prima la nascita

    Speaker 4: di tutti questi comitati non è un buon segno, non è un segno di democrazia ma è un segno di problemi perché la democrazia è un dibattito fra la governance e la cittadinanza. Il cittadino eleggere I propri governanti perché venga rappresentato. Qui non c’è una rappresentanza del cittadino. E quindi credo che quello che mi spaventa di tutto questo è che poi da queste lacerazioni nascono conflitti. Conflitti continui che poi diventano appunto mancanza di controllo del territorio, diventano la violenza alla quale assistiamo tutti I giorni, l’incapacità di intervento, l’incapacità di appunto avere un disegno organico, un giorno una pezza di qua, un giorno una pezza di là, dopodiché siamo completamente, voglio dire, lo sbando e questo è il vero problema.

    Speaker 1: Non c’è il disegno. Professor Conti siamo in chiusura perché sono le 9. La nostra missione si chiama non casualmente tutti al voto con un punto esclamativo per cercare di spingere un po’ in questa direzione. Le cose che ci stiamo dicendo sia a livello europeo che a livello locale lasciano prevedere livelli dei personi che non hanno il voto elevati secondo lei come una tendenza rispetto a quelli che sono purtroppo gli ultimi anni?

    Speaker 3: Allora la tendenza che si vede è questa, si vede in modo abbastanza generalizzato di disaffezione, di diminuzione della partecipazione, eccetera. Però le questioni sia sulla città, sia sull’Europa sono grandi e sono rilevanti. Noi stiamo parlando oggi quando si è chiuso ieri il Super Tuesday negli Stati Uniti. Lì ci sono questi due vecchietti, ad oggi quello col ciuffo arancione se si votasse oggi spazzerebbe via tutto il resto e ha già posto sul tappeto questioni enormi anche per l’Europa. Non ha più voglia di mandare gli americani a combattere se c’è bisogno in Europa.

    Pagate voi. Questa è una grande questione, una questione che noi abbiamo rimosso da tempo, dopo il fallimento nei primi anni 50, ad un’ipotesi di esercito europeo, però saremo chiamati a ragionare, credo, anche su quello fra qualche mese.

    Speaker 1: C’è un meme molto amareamente divertente di Obama che dice a Biden ti assicuro il mio appoggio e Biden risponde a cosa e questo non è una notizia rassicurante, potremmo dire così.

    Speaker 2: Nove passate da due minuti, se sei d’accordo Raffaele io strapperei una promessa ai nostri tre ospiti siamo a tre mesi dal voto magari a due mesi ci ritroviamo per testarci e testare quello che è cambiato, come è cambiato, se in positivo e quindi ci riaggiorneremo con I nostri ospiti ringraziando il professor Conti, la professoressa Manini e Patrizia Asproni per essere stati con noi in questa puntata di Tutti al Voto. Tra poco ci spostiamo negli studi radio, avremo Enrico Finch, Presidente della Comunità Ibraica di Firenze, dunque rimanete con noi, rimanete su Controradio.”