Firenze, la Polizia Postale scende in campo per la protezione dello shopping natalizio online con una guida di consigli pratici e suggerimenti per acquistare sul web.
È ormai iniziata la corsa agli acquisti dei regali di Natale e la Polizia Postale mette in guardia dai rischi della rete fornendo consigli utili per evitare che l’acquisto di doni per i propri cari faccia incorrere in potenziali truffe, complice in questo momento di emergenza sanitaria, anche la ricerca di offerte a bassissimo costo ed i ristrettissimi tempi per gli acquisti.
Il numero delle segnalazioni e denunce ricevute sul https://www.commissariatodips.it/, sommate a quelle delle persone arrestate e denunciate nel corso del 2020, ha registrato un incremento dell’89,1% rispetto allo stesso periodo del 2019. La scelta di acquistare in rete è spesso legata anche alla possibilità di ottenere risparmi, oltre che alla comodità, ma alcune ricerche confermano che il modello dell’acquisto “di impulso” legato a offerte speciali, ad esempio, stock limitati o prezzi scontati, è talmente diffuso che anche i truffatori seriali riescono ad inserirsi con false vendite.
In Toscana, solo negli ultimi 3 mesi sono state ricevute 1.200 denunce di truffe on line, di clonazioni di carte di credito e di phishing, con un danno economico totale di circa 630.000,00 euro: 169 le persone denunciate e 1 arrestata.
Ed ecco quindi le descrizioni di alcune tipologie di truffe che oltre alle note forme di phishing vengono perpetrate ai danni dei cittadini:
La Truffa Romantica
La truffa avviene sui principali social network e consiste nell’adescamento di persone sole, o comunque alla ricerca di contatti umani. La vittima viene (virtualmente) avvicinata da un soggetto, che il più delle volte si presenta come alto Ufficiale dell’esercito statunitense o britannico, che, dopo una prima fase di fitta corrispondenza conoscitiva, illustra alla vittima progetti futuri che ha intenzione di intraprendere dopo il suo collocamento a riposo dal lavoro. In alcuni casi questa circostanza è sostituita dalla richiesta di fondi necessari a sbloccare le pratiche di pensionamento, motivandone l’impossibilità di disporre del proprio denaro perché impegnato in missione su una corazzata. Il truffatore, assicurando la vittima di una sicura restituzione del denaro anche in virtù della loro attuale relazione, riesce a convincere la vittima ad operare bonifici in suo favore, denaro che in realtà viene distratto su diversi conti attivi in diverse zone del mondo. A conclusione della truffa il sedicente Ufficiale Militare si rende irreperibile, creando un forte stato depressivo nella vittima sia per l’illusione di una possibile relazione che per il danno economico provocato.
La Truffa ATM
La truffa viene realizzata sui siti e-commerce nei confronti di coloro che pubblicano annunci di vendita: il venditore viene contattato da un potenziale acquirente che, raggiunto l’accordo per importo e spedizione, manifesta la volontà di effettuare il pagamento con una nuova metodologia, a suo dire, messa a disposizione da Poste Italiane. Pertanto, invita il venditore a recarsi presso uno sportello ATM Bancoposta e, in quel momento gli fa inserire la propria tessera bancomat e gli fornisce un codice da digitare sul tastierino, che altro non è che il numero della carta PostePay del truffatore, sulla quale, traendolo in inganno, fa ricaricare la somma pattuita.
Il Trading On Line
La truffa si articola nell’adescare e convincere il cittadino ad effettuare investimenti a basso rischio mediante acquisto di crypto valuta o partecipazione ad operazioni di trading on line. I finti broker contattano le vittime prospettandogli investimenti a basso rischio e alta rendita. Solitamente i contatti avvengono mediante comunicazione telefonica con prefissi sia italiani che esteri. Il sedicente broker convince la vittima ad effettuare un primo investimento, solitamente nell’ordine dei 250,00 euro mediante pagamento con carta di credito. La cifra corrisposta in realtà serve ad effettuare la registrazione di un account di prova su piattaforme trading realmente esistenti. L’account riservato all’investitore in realtà viene gestito dai truffatori che potendo inserire manualmente i profitti ottenuti mediante simulazione di investimento, fanno credere alla vittima di avere nell’immediato forti guadagni, incentivandola cosi ad investire ulteriormente. A questo si accompagna un’assistenza giornaliera del finto consulente, fino a quando la vittima chiede il ritiro del capitale. A quel punto le viene riferito che il ritiro del capitale è subordinato al pagamento di una tassa che va dal 15 % al 26 % del capitale totale (investimento+profitto), falsa informazione che scoraggia l’utente ad effettuare ulteriori versamenti e a trovarsi nella posizione di non poter ritirare il capitale maturato, che tra l’altro non è comunque disponibile, se prima non effettua importanti versamenti per le tasse da pagare, aggravando il danno della truffa.