Il ragazzo, di origine albanese, si trova ora nel carcere minorile di Firenze. I crimini perpetrati fuori dalle scuole e nelle vie del centro di Pontedera (Pisa)
Si faceva consegnare dalle vittime “capi di abbigliamento firmati e soldi” dopo averli incontrati fuori dalle scuole e nelle vie del centro di Pontedera (Pisa): con queste accuse un quindicenne di origine albanese è stato arrestato dalla polizia.
Secondo quanto reso noto dal commissariato di Pontedera che ha proceduto al suo fermo, il 15enne invece di frequentare la scuola media dove era iscritto sarebbe stato dedito, insieme ad altri complici denunciati e altri ancora in via di identificazione, a furti, rapine ed estorsioni.
Il ragazzo si trova ora nel carcere minorile di Firenze.
Il quindicenne, abitante a Pontedera, spiega sempre il commissariato in una nota, avrebbe anche avuto “l’abitudine di postare sui social comportamenti illegali quali guidare autovetture pur non avendo ovviamente conseguito alcuna patente e altri conditi da meme e immagini con cui prendeva in giro la polizia che non riusciva a fermarlo”.
Già a marzo era stato comunque stato arrestato in flagranza di reato per avere rapinato soldi insieme a un complice a due minori. In conseguenza di quell’arresto il quindicenne era stato affidato a una comunità minorile dalla quale tuttavia si sarebbe allontanato più volte per poi farci rientro spontaneamente.
“Considerata la pericolosità sociale la procura ha chiesto un aggravamento della misura cautelare in atto”: il quindicenne, che si era nuovamente allontanato dalla comunità minorile, dopo alcuni giorni di appostamento “nei luoghi presumibilmente frequentati dal ragazzo, conosciuti grazie alle sue pubblicazioni social”, è stato individuato e arrestato.
Gli inquirenti e la polizia di Pontedera hanno già ricostruito diversi episodi di rapine ed estorsioni attribuite al quindicenne ma ritengono che c’è ne siano altri mai denunciati da altri ragazzini per il timore di ulteriori ritorsioni: “Nei casi di rapine di capi di abbigliamento le vittime raccontavano ai genitori di aver smarrito” quegli indumenti.