P.O.P., ovvero Pitti Optical Power. Arriva giugno e torna ed esplodere Pitti. Quest’anno alla sua 94 edizione.
Ed è subito fiera. Insieme a tutto un tripudio di iniziative cultural-ricreative per la città, in tilt per il traffico e attraversata da parate di giovanotti sgargianti, industriali del settore, modelle, modelli, curiosi, compratori.
Big business. Big fun. La Fortezza da Basso è il cuore di tutto, come sempre. Dal 12 al 15 giugno P.O.P. Pitti Optical Power si propone come “festa visuale e virtuale che stimola nuovi orizzonti della percezione e della prospettiva delle cose”.
Con molti eventi collaterali: dalla mostra “Fanatic Feelings. Fashion Plays Football” su calcio e moda aperta al Complesso di santa Maria Novella (in piazza della Stazione 5), alla mostra Maurizio Galimberti around Enrico Coveri, visitabile invece nella bella Galleria di Palazzo Coveri sul Lungarno Guicciardini.
In più, come recita il comunicato stampa, il festival di arte e cultura contemporanea Secret Florence “prosegue il progetto di raccordo tra la moda contemporanea e il patrimonio artistico museale italiano a Firenze”.
Si tratta di big business, certamente. La moda è uno dei pochi settori non (troppo) in crisi.
E non è malvagio che il tutto sia accompagnato e condito da eventi dedicati all’arte contemporanea, che vogliono avvicinare il pubblico a linguaggi attuali e insieme far divertire e portare qualche ventatina di novità.
In fiera si vedono allestimenti curati come mostre di arte contemporanea, o laboratori di ricerca, o entrambe.
In giro per la città avvengono invece sfilate e feste in luoghi inusuali, dal Bargello alla Manifattura Tabacchi (a nuova vita restituita? Sarebbe l’ora), alla Stazione Leopolda, all’ Istituto degli Innocenti, alla Certosa, al Giardino di Boboli, al Giardino Torrigiani, fino a Palazzo Davanzati – che ospita EcoEgo, una collezione firmata e realizzata da studenti delle otto sedi dell’Istituto Europeo del Design, dedicata al riutilizzo di tessuti sostenibili e riciclati.
Questo tipo di contaminazioni fa storcere il naso a chi ha a cuore le sorti del nostro patrimonio artistico, spesso ridotto a semplice location. Mala tempora currunt. Speriamo almeno che i fondi versati servano al mantenimento e al restauro di luoghi che devono essere sacri, per tutti, sempre.
Margherita Abbozzo. Tutte le foto sono mie.
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