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Porrajmos, Firenze: polemica per mancanza Gonfalone a cerimonia ufficiale

rom porrajmos

immagine di archivio

 Il 2 agosto di 80 anni fa gli ultimi 4000 sinti e rom del settore B-ll-e del campo di sterminio di Birkenau venivano uccisi nelle camere a gas: il Porrajmos è il ricordo di quella carneficina e dei 500mila Rom e Sinti uccisi nei campi di concentramento nazisti

Il Porrajmos, letteralmente “inghiottimento”, “grande divoramento” o “devastazione” è il termine della lingua romanès con cui Rom e Sinti e Camminanti hanno denominato la persecuzione da loro subita durante il fascismo e lo sterminio del proprio popolo perpetrato dai nazisti e dai loro alleati durante la Seconda guerra mondiale (anche se le discriminazioni e la segregazione iniziarono almeno 40 anni prima). Questo disegno omicida è definito da Rom e Sinti anche con il termine SAMUDARIPEN, che significa letteralmente “tutti uccisi”. La stima delle vittime si aggira fra i 220.000 e i 500.000, quindi circa il 25% della popolazione Rom complessiva presente in Europa tra le due guerre, in altre parole, un Rom su quattro, vivo prima della guerra in Europa, è risultato vittima delle persecuzioni naziste.

Il 2 agosto di 80 anni fa gli ultimi 4000 sinti e rom del settore B-ll-e del campo di sterminio di Birkenau venivano uccisi nelle camere a gas. La data di quella carneficina è poi divenuta la Giornata del ricordo delle vittime del Porrajmos, lo sterminio di Rom e Sinti da parte della Germania nazista e dei suoi alleati. In Toscana l’assessora regionale alla cultura della Memoria Alessandra Nardini ha ricordato, su Facebook, uno sterminio che “troppo a lungo, è stato taciuto, non raccontato, per un’ostilità diffusa, culturale, verso quelli che venivano definiti ‘zingari’. E’ fondamentale coltivare la memoria di tutti gli stermini perpetrati dai nazisti, di tutti i gruppi di persone che furono perseguitati e uccisi da quella ideologia di morte”. Secondo Nardini “lo sterminio dei sinti e dei rom deve essere raccontato, affinché mai più possa accadere un simile orrore”.

A livello fiorentino il presidente del Quartiere 5 Filippo Ferraro era presente alla commemorazione: “Abbiamo commemorato il Porrajmos e  lo sterminio degli ultimi 3000 uomini, donne, bambine e bambini rom e sinti presenti ‘nel campo degli zingari’ del lager di Auschwitz – ha spiegato -. Il Comune di Firenze organizza questa commemorazione tutti gli anni, su iniziativa del Consiglio comunale, al Giardino dei Giusti che è una parte del Giardino degli Orti del Parnaso solitamente chiusa al pubblico ma che oggi è stata aperta per l’occasione”.

Ferraro si è “scusato personalmente con l’amministrazione comunale a nome di tutti i partecipanti” perché “per motivi organizzativi non è potuto essere presente il Gonfalone del Comune di Firenze”. Tra i presenti alla commemorazione anche Aned, il capogruppo di Spc Dmitrij Palagi e l’ex assessore Alessandro Martini. Secondo Palagi “è grave che mancassero il Gonfalone e la fascia. È però l’occasione per ribadire due cose, da parte nostra. La prima è che l’importanza delle cerimonia sta nei contenuti. Insieme al presidente del Quartiere 5 l’abbiamo potuta comunque garantire. La seconda è un impegno, perché dal prossimo anno simili incidenti non si ripetano”.

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