Sab 23 Nov 2024
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ToscanaCronacaPoste, presidio a Firenze contro privatizzazione, è 'scelta scellerata'

Poste, presidio a Firenze contro privatizzazione, è ‘scelta scellerata’

In piazza le sigle Slc Cgil, Slp Cisl, Uil Poste, Failp Cisal, Confsal comunicazioni e Fnc Ugl. “Non è chiaro  se si è capito cosa si sta vendendo. Poste gestisce i risparmi dei cittadini, questo deve essere il punto centrale della discussione”.

“Siamo qui a protestare per dire no alla privatizzazione delle Poste  già iniziata nel 2015 con il primo 35%. Stiamo ancora aspettando che il governo ci chiami per scongiurare questo pericolo. Sarebbe un danno a società e lavoratori”, perché “lo Stato perderebbe la governance a danno di investitori privati e questo comporterebbe tagli al personale, già si parla di 6mila esuberi e ulteriori chiusure di uffici postali”.

A dirlo -Sandro Vigiani, segretario generale Slp Cisl Toscana al pesidio di lavoratori e sindacati a Firenze contro la privatizzazione delle Poste, nell’ambito della mobilitazione nazionale con manifestazioni in tutti i capoluoghi di regione davanti alle prefetture. In piazza le sigle Slc Cgil, Slp Cisl, Uil Poste, Failp Cisal, Confsal comunicazioni e Fnc Ugl.

Per Michele Mengoli di Slc Cgil Toscana, qeulla della privatizzazione delle Poste, è una scelta da ostacolare “non solo come lavoratori ma anche come cittadini”. “Non è chiaro – sottolinea – se si è capito cosa si sta vendendo. Poste gestisce i risparmi dei cittadini, questo deve essere il punto centrale della discussione”. Di privatizzazione “scellerata”, parla Paolo Roccabianca, segretario generale Uil Poste Toscana. ”

Non ci fermeremo con questo presidio e andremo avanti con la nostra battaglia. Il 30 maggio saremo davanti al Mef, che dovrà riceverci”. “Poste non solo è la più grande azienda italiana – conclude Lorenzo Nardi, segretario regionale Fnc Ugl – ma anche un’azienda a vocazione sociale”, che verrebbe a mancare con la privatizzazione. “Si andrebbe a cercare il mero profitto con tagli nei posti più disagiati, come i paesi di montagna o quelli più piccoli, con la chiusura di sportelli e la perdita della consegna della corrispondenza”.

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