All’interno i militari, che lo scorso novembre avevano denunciato la titolare 19enne in seguito a un primo controllo, hanno trovato una montagna di rifiuti, che ne avevano ricoperto buona parte della superficie occludendo ogni via di fuga e mettendo pertanto a rischio l’incolumità dei lavoratori.
Sequestrato con un provvedimento d’urgenza dai carabinieri del Noe di Firenze un capannone sede di un impianto di recupero di rifiuti speciali nel Pratese. All’interno i militari, che lo scorso novembre avevano denunciato la titolare 19enne in seguito a un primo controllo, hanno trovato una montagna di rifiuti, in particolari scarti tessili, che ne avevano ricoperto buona parte della superficie, arrivando fino al soffitto, occludendo ogni via di fuga in caso di incendio e mettendo pertanto a rischio l’incolumità dei lavoratori. Secondo quanto accertato dai carabinieri, dietro alla titolare avrebbero operato soci occulti, tra cui il padre della giovane, che in virtù di un’autorizzazione non più valida avevano continuato a stipare nel capannone centinaia di tonnellate di cascami tessili e altri rifiuti provenienti dal comprensorio tessile pratese, arrivando a triplicare la quantità censita durante la verifica di novembre.
I sigilli, spiegano in un comunicato i militari del Noe, sono scattati proprio per il timore che, “una volta riempito completamente il capannone, gli indagati potessero ricorrere ad un ‘incendio liberatorio’ per smaltire illegalmente i rifiuti illecitamente accumulati”. Al controllo che ha portato al sequestro hanno partecipato anche vigili del fuoco e polizia municipale di Prato. L’attività è stata affidata a un custode giudiziario. Sequestrati anche documento e pc aziendali, ora al vaglio dei carabinieri e della procura di Prato.