I fatti, sempre secondo quanto ricostruito dal genitore, sono avvenuti questa mattina sul regionale partito dalle 7.12 dalla stazione di Prato Centrale e diretto a Firenze. A denunciare l’accaduto è il padre adottivo di una giovane italiana di origine brasiliana, che vive a Prato e frequenta un istituto superiore a Firenze.
“Sono i neri come te a portare il virus“: così stamani la passeggera di un treno regionale,
avrebbe usato queste parole nei confronti di una ragazza che viaggiava nel suo stesso vagone nella tratta Prato-Firenze e che aveva starnutito due volte. La donna ha detto che sarebbe andata a cercare il capotreno e – come ricostruisce la vicenda il padre della giovane, in una lettera inviata alle Fs -, pochi secondi piĂą tardi un uomo con una divisa blu – ma che non era il capotreno e non si sarebbe qualificato – ha fatto scendere la ragazza dal convoglio.
I fatti, sempre secondo quanto ricostruito dal genitore, sono avvenuti questa mattina sul regionale partito dalle 7.12 dalla stazione di Prato Centrale e diretto a Firenze. A denunciare l’accaduto è il padre adottivo di una giovane italiana di origine brasiliana, che vive a Prato e frequenta un istituto superiore a Firenze.
L’uomo racconta che la studentessa, prima di salire sul treno munita di mascherina e biglietto, ha anche misurato la temperatura non riscontrando febbre. Una volta a bordo del
convoglio però ha starnutito due volte, scatenando la reazione della passeggera che l’avrebbe, appunto, apostrofata accusandola “di avere il Covid” e facendo riferimenti razziali. DopodichĂ© le si sarebbe avvicinato un uomo “con la divisa e un trolley”, presunto dipendente di Trenitalia, il quale dopo aver verificato che la ragazza aveva un regolare biglietto, senza misurarle la temperatura, le avrebbe chiesto di scendere alla stazione di
Sesto Fiorentino.
La giovane, riferisce il padre, pensava che fosse il capotreno ed è scesa mettendosi ad attendere il treno regionale successivo per Firenze, aspettando più di mezzora, e
arrivando anche in ritardo a scuola. Successivamente Trenitalia, venendo a conoscenza del reclamo del genitore, ha verificato che sul convoglio nessuno del personale in servizio, nè tanto meno il capotreno, che era una donna, è stato contattato da qualcuno dei passeggeri, nè ha fatto scendere la ragazza.
Inoltre, Trenitalia aggiunge che in circostanze di sospetto caso Covid a bordo, le procedure di sicurezza sanitaria che vengono prese sono molto piĂą complesse
che non il semplice far scendere una persona dal treno.