
Più di nove mesi dopo delitto il Giudice per le indagini preliminari di Prato ha condannato 5 cinesi accusati di tentato omicidio ai danni di un imprenditore connazionale che produce grucce, un uomo sopravvissuto miracolosamente all’agguato di un “commando misto fujanese e dello Zhejiang”. Secondo gli investigatori il gruppo punitivo era arrivato appositamente dalla Cina per colpire la vittima e difendere gli interessi di un cartello.
PRATO Cinque condanne a 7 anni e 6 mesi. È la prima sentenza per un tentato omicidio nell’ambito dell’ultima fase della guerra delle grucce. Gli imputati sono stati tutti condannati per decine di tagli provocati a un rivale il 6 luglio 2024: è il battesimo nell’escalation di violenza per la guerra tra bande criminali orientali che agita in questi mesi Prato. Un conflitto che fa arrivare i suoi echi nelle capitali europee con cui il distretto dell’abbigliamento toscano è strettamente in contatto. Gli autori dell’omicidio, condannati con rito immediato, erano stati catturati dalla polizia, poche ore dopo la spedizione punitiva, tra Calabria e Sicilia, dov’erano fuggiti.
La vittima dell’attentato era Chang Meng Zhang, titolare occulto della Heng Long Plast, c. Uomo oscuro, con un passato in carcere, dove ha scontato una condanna per un omicidio che aveva commesso a San Giuseppe Vesuviano nel 2006. Il tentato omicidio del 6 luglio scorso è senza dubbio la pietra miliare dell’ultima fase della “guerra delle grucce”.
Non è un caso che i contorni della guerra mafiosa si siano potuti tracciare a partire dalla collaborazione della vittima dell’agguato, che per la prima volta ha parlato chiaramente di ciò che stava accadendo. Visto il suo passato, si può forse parlare a buon titolo del primo pentito cinese rispetto alla guerra in corso. Il secondo sarebbe in questo caso suo fratello, che vive all’estero, ma che è stato convinto dalla stessa procura, quella di Prato guidata da Luca Tescaroli, a collaborare all’indagine.