La corte di appello di Firenze ha ribaltato la decisione del tribunale di Prato. Nel dicembre scorso era stato bocciato il sequestro finalizzato a confisca e ordinato la restituzione dei beni a 14 componenti delle due famiglie residenti in città.
Il patrimonio bloccato viene ritenuto dagli inquirenti pratesi provento di illeciti ed ammonta a un controvalore di circa 2,5 milioni di euro tra case, depositi bancari, libretti postali, polizze vita, gioielli e altri beni. La procura di Prato aveva fatto ricorso in appello per chiedere la sospensione dell’ordinanza con cui il tribunale revocò il sequestro finalizzato alla confisca deciso nel giugno 2017. I beni furono sequestrati nell’ambito dell’operazione della Gdf ‘Finti poveri’ come misura di prevenzione patrimoniale. Le indagini mostrarono una sproporzione tra il valore delle proprietà possedute dalle due famiglie ed i redditi dichiarati, cioè a Isee zero.
Per il tribunale però non c’è nesso fra il possesso di somme così ingenti da parte di famiglie, che formalmente risultano nullatenenti, e i delitti di cui sono accusati molti loro appartenenti. La corte di appello, adesso, dimostra invece di sostenere la linea della procura di Prato.