Il racket della prostituzione di donne albanesi è stato duramente intaccato dalla polizia grazie alle segnalazioni di una sfruttata che voleva essere indipendente dai protettori.
A Prato una donna 34enne di origini albanesi si è ribellata al racket della prostituzione gestito dai propri connazionali. La donna ha denunciato il grande giro di affari dietro alla luccele albanesi alla polizia con l’intenzione di sgombrare il campo per vendere il suo corpo in maniera indipendente.
Lla polizia che ha indagato ed arrestato un cinquantenne di Prato per sfruttamento della prostituzione. Secondo le indagini l’uomo, incensurato, faceva da protettore. Il suo ruolo – hanno accertato le investigazioni della squadra mobile di Prato – era quello di accompagnare le ragazze sulla strada, di sorvegliarle e di riaccompagnarle alle proprie abitazioni.
La sera del 5 aprile 2017, la 34enne venne aggredita e minacciata. La squadra mobile sta ricercando anche un 39enne albanese che gestiva i proventi delle connazionali: almeno cinque donne, infatti, consegnavano una somma di circa 500-600 euro al mese, ricavo delle prestazioni sessuali a pagamento, all’uomo. Sul 39enne pende un ordine di arresto.