La procura di Prato ha aperto un fascicolo modello 45, cioé senza ipotesi di reato e senza indagati, per la vicenda legata al pandoro Balocco firmato dalla influencer Chiara Ferragni.
Lo riportano Il Tirreno e La Nazione spiegando che la procuratrice facente funzione Laura Canovai ha aperto l’inchiesta come atto dovuto a seguito dell’esposto che l’associazione di consumatori Codacons ha presentato all’autorità giudiziaria nelle varie città italiane proprio sulla vicenda del pandoro promosso dall’influencer Ferragni.
La procura di Prato ha aperto il fascicolo conoscitivo modello 45, come aveva riportato il sito www.notiziediprato.it, per acquisire elementi sulla vicenda. Nel suo esposto all’autorità giudiziaria il Codacons ipotizza il reato di truffa aggravata a danno dei consumatori. Secondo il Codacons è stato fatto credere che “acquistando il Pandoro Pink Christmas i consumatori avrebbero contribuito alla donazione” all’ospedale Regina Margherita di Torino “in realtà già fatta dalla sola Balocco” e che “comprando il pandoro si poteva contribuire alla donazione e che la signora Ferragni partecipava direttamente alla donazione, circostanze risultate non rispondenti al vero”.
Intanto, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, lo staff di Ferragni starebbe creando una sorta di “unità di crisi” per aiutarla a superare questa fase della sua carriera. Il quotidiano di via Solferino riporta che, secondo indiscrezioni non smentite, l’imprenditrice digitale si sarebbe rivolta allo studio Gianni e Origoni per far fronte alle eventuali questioni legali, societarie e civilistiche derivanti dalla vicenda, nonché all’avvocato Marcello Bana per gli aspetti di diritto penale. Invece, sulla comunicazione e web reputation – non meno importante per un’influencer – si sarebbe affidata a Community, guidata dal Ceo e fondatore Auro Palomba: l’obiettivo è ridare credibilità alla sua immagine.