Riciclaggio di ingenti somme tra Italia, San Marino e Cina: il Tribunale ha disposto la confisca per equivalente di denaro, beni e altre utilità fino al valore di 3.813.832 euro, corrispondente al prodotto, profitto e prezzo del reato Prato.
Il Tribunale di Prato ha emesso, su conforme richiesta della Procura, una sentenza di condanna nei confronti di un cittadino cinese e di due imputati di nazionalità italiana per i reati di riciclaggio di ingenti somme di denaro, per un quantitativo complessivo, pari a circa quattro milioni di euro (3.813.832) che ha coinvolto il nostro Paese, San Marino e la Cina. In particolare, sono stati condannati due cittadini sanmarinesi, titolari di una società fiduciaria, alla pena di 9 anni di reclusione e 10.000 euro di multa ciascuno e un cittadino cinese, amministratore di fatto di un’agenzia di money transfer, ubicata in Sesto Fiorentino, a 8 anni di reclusione e 8.000 euro di multa per il riciclaggio dei proventi dell’attività imprenditoriale cinese.
I reati presupposto produttivi dell’illecita ricchezza sono stati individuati, in parte, nel delitto di false informazioni per eludere gli obblighi di adeguata verifica della clientela, di cui all’art. 55 c. 1 decreto legislativo 231/2007, in relazione all’art. 21 stesso decreto, commesso dagli esecutori dei trasferimenti di denari frazionati, e, in parte, nelle condotte degli imprenditori cinesi presuntivamente operanti in violazione a plurime normative in materia doganale di importazione, commercio, produzione di materie e di merci, di tutela e di sicurezza sul lavoro e di igiene alimentare, nonché in evasione di imposta diretta e indiretta.
Il Tribunale di Prato ha, poi, disposto – su richiesta della Procura, oltre alla confisca del denaro e dei beni già in sequestro – la confisca per equivalente di denaro, beni e altre utilità fino al valore di 3.813.832 euro, corrispondente al prodotto, profitto e prezzo del reato di riciclaggio. La vicenda, spiega un comunicato del procuratore Luca Tescaroli, “si colloca nell’alveo della criminalità cinese fortemente radicata sul territorio pratese” (il reato di associazione per delinquere è stato dichiarato prescritto) e le indagini si sono nutrite dell’apporto investigativo del Nucleo di Polizia Finanziaria della Guardia di Finanza di Firenze.
Le condotte accertate sono consistite nel trasferimento di rilevanti importi di denaro in contante, raccolti attraverso l’attività di una rete di sub-agenzie di rnoney transfer, dislocate su tutto il territorio nazionale, la maggior parte dei quali di provenienza illecita, per poi inviarli verso la Cina in più rimesse alla volta, attribuendone fittiziamente la titolarità a cittadini cinesi ignari o inesistenti.
Le condotte reiterate sul territorio nazionale sono state poste in essere in Sesto Fiorentino e in Borgo Maggiore (nella Repubblica di San Marino), dal 2008 al 2009, in attuazione del programma illecito del sodalizio. L’amministratore di fatto dell’agenzia di rnoney transfer, ubicata in Sesto Fiorentino, si occupava di portare materialmente il denaro ai due cittadini sanmarinesi sopraindicati, i quali lo ripulivano attraverso il sistema bancario della Repubblica di San Marino, trasferendolo in Cina.
Altre posizioni di imputati minori, non inseriti nel meccanismo del riciclaggio sanmarinese, sono state definite con sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione, in relazione ai reati tributari contestati (omessa dichiarazione, ex art. 5 d. I. vo 74/2000), e con sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste dai reati di appropriazione indebita aggravata e riciclaggio, di tentato riciclaggio in concorso, di contrabbando, truffa aggravata e furto aggravato.