Prato: continua lo stato di agitazione nella filiera di produzione e distribuzione delle grucce nel distretto tessile, dove protestano gli operai delle aziende che producono e distribuiscono proprio grucce per abiti, tanto da ostacolare anche le ditte del ‘pronto moda’.
Ora, riferiscono i Cobas, si sono uniti allo sciopero anche gli operai di un’altra azienda, la Meta, produttrice di grucce nello stesso ‘cartello’ che controlla il mercato. Si allarga così la lotta partita contro i turni di 12 ore al giorno per sette giorni la settimana, il lavoro nero e, spiegano, la negazione di tutti i diritti più elementari, come ferie e riposi festivi.
Lo sciopero coinvolge quattro fabbriche e magazzini: Digi in via del Lazzeretto, Ruentex in via della Gora Bandita, Gruccia Creations in via dello Sprone e Meta in via Chiti. “In tutti casi si parla delle medesime condizioni di sfruttamento”, sottolineano i Cobas di Firenze e Prato. Davanti ai cancelli della Meta c’è un presidio permanente mentre “in risposta allo smantellamento del magazzino di via del Lazzeretto, abbiamo formalizzato l’estensione dello stato di agitazione a tutte le imprese presso cui sono stati dirottati lavoratori e volumi di lavoro”. Domani alle ore 10 ritrovo davanti alla Digi di via del Lazzeretto.
La protesta è partita a Pasquetta quando cinque operai pachistani vennero licenziati da una ditta di Campi Bisenzio (Firenze) perché si rifiutarono di lavorare nel giorno festivo e da tempo chiedevano il rispetto del contratto nazionale di lavoro dei tessili, con ferie, otto ore al giorno per cinque giorni la settimana, festivi e altri diritti base frutto di conquiste consolidate da decenni delle classi lavoratrici. I titolari misero le loro foto in una chat avvisando gli altri imprenditori di non assumerli in nessuna altra azienda.