Firenze, il ministro dei Beni culturali del nuovo governo, Alberto Bonisoli, ha preso parte in Palazzo Vecchio, alla cerimonia di apertura della 94ma edizione di Pitti Immagine Uomo.
Bonisoli è arrivato alla cerimonia di inaugurazione del Pitti Uomo in Palazzo Vecchio, insieme al direttore degli Uffizi Eike Schmidt, direttamente dalla Galleria attraverso il corridoio di collegamento che unisce i due edifici.
Prima, insieme al direttore, ha effettuato una visita del museo: “Oggi è la mia prima visita ufficiale a Firenze – ha detto il ministro – Firenze è uno dei posti principali dove la cultura italiana diventa visibile in tutte le sue forme, questa è una vetrina fondamentale per il nostro paese, quello che accade qua ha rilevanza mondiale, e dobbiamo avere la massima attenzione, la massima cura e tutto il nostro impegno per supportare lo sviluppo della cultura attuale e futuro su Firenze”.
“La moda è uno dei nostri settori economici e culturali e Pitti è un esempio di questo, per il quale ci caratterizziamo nel mondo e attraverso cui noi ci rendiamo riconoscibili come italiani. Fa parte dell’essere cittadini di questo paese”.
Bonisoli, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano cosa pensasse dell’idea di creare un’asse Milano-Firenze sulla moda, ha poi risposto con una battuta: “Io la vedo leggermente ‘disassata’ questa cosa – ha detto -. La moda in Italia, fin dall’inizio, da quando è nata Pitti e da quando si è sviluppata l’alta moda su Roma, è qualcosa di multipolare, perché questo è il bello del nostro paese: siamo un paese che ha più di un centro. E’ giusto che ci sia magari un sistema fondato sul mettere in rete questi centri della moda”.
“Una delle cose che possiamo fare, e questo vale per il mio ministero ma più in generale per il governo, è dare attenzione al mondo della moda. Per chi è dentro il settore ci sono stati anni in cui la moda e le sue esigenze, del design e delle industrie creative, non erano al vertice delle priorità politiche e questo è un peccato, sicuramente abbiamo del terreno da recuperare e il mio impegno è partecipare con i miei colleghi per recuperare questo terreno”.
“C’è attenzione a quello che è uno dei settori trainanti, di punta – ha sottolineato -. Se io vado a vedere il piccolo aumento di Pil avvenuto negli ultimi due o tre anni, la cosiddetta ‘ripresina’, una delle ragioni per cui si è verificato è stata senz’altro una forte ripresa dell’export. E’ l’export in gran parte è qui: non solo la moda, ma certo la moda ne è uno dei settori trainanti”.
“Nel 2009 c’era un evento a Milano, chiamato ‘La cultura è di moda’: secondo me oggi abbiamo l’opportunità di essere più coraggiosi e dire che la moda è cultura”.
“La moda è un’attività culturale – ha proseguito – senz’altro è un’attività economica e va rispettata, ma chi fa moda produce cultura, la moda è valoriale, è qualcosa che resterà quando non ci saremo più: è il momento di rendersi conto dell’importanza della moda nel forgiare la cultura italiana e i valori delle prossime generazioni”.
Bonisoli ha affermato di voler “fare il possibile” affinché il suo “operato come ministro abbracci tutto il mondo della moda dal punto di vista culturale: cercherò di renderlo il più possibile integrato in un’offerta che rappresenta un nostro orgoglio nel mondo”.
“I tesori negli archivi delle aziende di moda, i disegni, i campioni, sono un tesoro da riscoprire”, per cui serve “qualcosa che dia veramente la giusta visibilità a un grande patrimonio del nostro paese”, e quindi “un investimento in questo settore sarebbe più che auspicabile”.
“C’è un discorso di tutela – ha spiegato – e qui si può aprire il discorso di come occuparsi del restauro, come fare valorizzazione. Si è parlato di un museo, come il Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti, ma chiediamoci se si può fare di più”. Secondo Bonisoli, è poi importante “rendere fruibile”, questo patrimonio, e per far questo “ci sono fior di possibilità date dalle nuove tecnologie”.