Primo maggio: ancora con più forza, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs regionali, a pochi giorni dalla Festa della Liberazione, tornano a dire “no” alle aperture commerciali per le festività: non hanno prodotto né occupazione aggiuntiva e di qualità, non hanno prodotto aumento dei consumi. Sono solo peggiorate le condizioni di lavoro, gli orari, la vita delle lavoratrici e dei lavoratori, è aumentata la precarietà.
Il commercio non è un servizio essenziale, “no” a lavorare per le feste. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs Toscana chiedono alle forze politiche, soprattutto a quelle che hanno vinto le elezioni, di essere coerenti con quanto annunciato in campagna elettorale e di abrogare la Legge Monti sulle liberalizzazioni. “No” al sempre aperto, sì a un modello sostenibile del commercio.
“Per città più vivibili, all’insegna della cultura e non del solo consumo, per la difesa dei valori civili e religiosi che queste festività rappresentano, le Segreterie Regionali proclamano astensione dal lavoro e sciopero per il Primo maggio. Sottolineando quanto molte sentenze hanno sancito: il lavoro nelle festività civili e religiose individuate dal Contratto nazionale. Non è un obbligo, e il lavoratore non può essere comandato al lavoro senza il proprio assenso”, si legge nella nota di Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Toscana.