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Gio 10 Apr 2025
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ToscanaCronacaProfilo fake per farsi mandare video intimi, denunciati 3 minori a Lucca

Profilo fake per farsi mandare video intimi, denunciati 3 minori a Lucca

I tre denunciati, età 14, 15 e 16 anni, sono stati individuati dopo indagini partite da un esposto presentato a novembre scorso dal preside della scuola lucchese in merito al video che circolava tra gli alunni . Il più grande dei tre denunciati, dopo avere creato l’account falso “riconducibile a una ragazza, induceva “la vittima a inviare un video ‘intimo’ al predetto account, con il pretesto che la ‘finta giovane’ provava un interesse per lui.

 

Tre ragazzi, tutti minorenni, sono stati denunciati dai carabinieri di Lucca, per i reati di pornografia minorile ed estorsione nell’ambito di un’inchiesta su un profilo fake su Instagram riconducibile a una ragazza, creato per farsi inviare un video intimo realizzato da uno studente. I tre denunciati, età 14, 15 e 16 anni, sono stati individuati dopo indagini partite da un esposto presentato a novembre scorso dal preside di una scuola lucchese in merito appunto al video che circolava tra gli alunni della sua scuola.
Gli accertamenti, svolti sentendo più persone tra cui più insegnanti e studenti, “consentiva di ricostruire la vicenda” spiegano i militari in una nota. In particolare a novembre 2024, il più grande dei tre denunciati, dopo avere creato l’account falso “riconducibile a una ragazza, induceva “la vittima a inviare un video ‘intimo’ al predetto account, con il pretesto che la ‘finta giovane’ provava un interesse per lui. Dopo avere ricevuto il video nella chat di Instagram con la modalità ‘una sola visualizzazione’, con la complicità degli altri due giovani indagati, registrava con il telefono l’apertura del filmato in modo da poterlo immortalare, con lo scopo di diffonderlo. Successivamente i tre”, in più circostanze, “intimavano alla vittima di non dire a nessuno che erano in possesso del video e lo minacciavano di morte, costringendolo a consegnargli piccole somme di denaro”. Le perquisizioni domiciliari e telematiche disposte dalla Procura minorile, che coordina le indagini, hanno poi portato “a recuperare il filmato che era presente sugli smartphone dei tre giovani indagati”.