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Progetto contro diabete nella comunità cinese a Prato

Una ricerca condotta nel 2014 evidenzia che fra gli orientali il diabete è presente nel doppio dei casi rispetto alla media italiana. L’iniziativa ha due obiettivi: la cura della patologia ed evitare i costi sociali e sanitari che incombrebbero sul sistema sanitario nel futuro.

Un piano di ricerca e d’azione unico in Europa quello reso operativo a Prato dal dipartimento di medicina sperimentale e clinica dell’Università di Firenze con il sostegno della Regione Toscana e la collaborazione dell’Associazione d’amicizia dei cinesi e dell’Opera Santa Rita, partner operativo dell’Università contro il diabete.

Un progetto che nasce da una ricerca condotta a partire dal 2014 sulla comunità cinese di Prato dalla quale è risultato che nella fascia di età compresa tra i 35 e i 59 anni la prevalenza di diabete è del 14% (a fronte del 7% della popolazione italiana). Il tutto per un veloce e consistente cambio dello stile di vita e dell’alimentazione che coinvolge i residenti in Cina (dove il diabete interessa il 12%) ma anche gli emigrati.

Nella sede del servizio sociale dell’Associazione d’amicizia, in via Fabio Filzi, da oggi – e sempre nelle mattine di lunedì, mercoledì e venerdì – è attivo un presidio per il prelievo del sangue e la misurazione della pressione. Presenti stamani, alla presentazione del progetto, il professor Pietro Amedeo Modesti del dipartimento di Medicina sperimentale clinica dell’Università di Firenze, il presidente dell’Associazione d’amicizia Xu Qiulin (Giulin), trai primi a sottoporsi al monitoraggio, e il presidente dell’Opera Santa Rita, Roberto Macrì.

L’iniziativa, che proseguirà per un anno, ha un duplice obiettivo: contrastare l’insorgenza del diabete e curarlo, prevenendo fenomeni gravissimi come ictus, infarto e insufficienza renale, ma anche evitare i costi sociali e sanitari altissimi che in futuro potrebbe scaricare sul servizio sanitario nazionale questo fenomeno.

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