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A proposito degli abbattimenti di alberi a Firenze …

L’intervento del prof Francesco Ferrini, docente di arboricoltura all’Università di Firenze in merito alla questione delle proteste per l’abbattimento degli alberi in v.le Corsica

Vedo che continuano a girare nel web informazioni quantomeno parziali. Premetto che, pur essendo docente a Firenze non ho attualmente alcun rapporto con l’Amministrazione Comunale. Purtroppo la questione alberi a Firenze ha assunto solo ed esclusivamente un carattere politico e nessuno si è mai sognato di approfondire il motivo degli abbattimenti, né si è mai posto la domanda di qual è il primo dovere di un’Amministrazione. Ebbene, anche se io, se potessi, pianterei alberi tutti i giorni e in ogni luogo, non mi scordo che il primo dovere di un’Amministrazione è quello di garantire la sicurezza del cittadino. Per cui a fronte di perizie che accertino la pericolosità di un albero e il potenziale rischio connesso, il decisore pubblico è obbligato a provvedere alla rimozione. Se non lo fa, oltre che incorrere in conseguenze penali in caso di caduta dell’albero, commette un reato che si chiama omissione di atti di ufficio, anch’esso reato da codice penale. Detto questo, a Firenze sono stati messi a dimora oltre 1000 alberi fra 2015 e 2016 e oltre 800 ne saranno piantati il prossimo autunno-inverno. Si chiama “rinnovo delle alberature”, necessario perché il patrimonio arboreo rimanga inalterato (o, meglio ancora, venga aumentato) e possa, quindi, fornire al massimo i benefici che tutti noi sappiamo. Firenze ha un patrimonio arboreo di circa 77.000 alberi. L’abbattimento di 282 rappresenta lo 0,36%, vale a dire molto meno di quello che dovrebbe essere il “normale” ricambio delle alberature (intorno al 2-2,5% annuo) che, però, non può essere fatto per mancanza di fondi. Non si parla in nessun caso di alberi centenari, fatta eccezione per tre abbattimenti avvenuti alle Cascine relativi a platani colpiti dal cancro che, ricordo ai vari fenomeni del web, prevede l’abbattimento degli esemplari malati nel più breve tempo possibile. L’omissione rappresenta un reato PENALE ( la lotta al cancro colorato del platano è obbligatoria su tutto il territorio nazionale ed è regolamentata dal D.M. 29 febbraio 2012. Ai trasgressori delle disposizioni contenute nel presente decreto si applicano le sanzioni amministrative previste dall’art. 54 del decreto legislativo n. 214/2005.). Nel caso specifico, per quanto ne so io, gli ippocastani hanno subito dei danni pesanti a causa di uno scavo non autorizzato in prossimità delle radici. L’ippocastano è una pianta “permalosa” riguarda sia alla potatura, sia ai tagli radicali e ha il difetto di “rimanere in piedi” anche con pochissime radici, per schiantare improvvisamente al momento che interviene un fattore esterno (vento o pioggia, ma non sempre sono cause scatenanti) che ne causa la caduta. Come ho detto ieri in un altro post nel quale mi si chiamava in causa (sono stato “taggato” come si dice adesso) con la persona che ha lanciato la petizione sono arrivato, qualche tempo fa, vicino alla querela e solo la poca voglia di avere a che fare con avvocati mi ha fermato. L’ultima volta l’ho diffidata. Alla prossima non ci passerò sopra e tirerò dentro anche chi condivide e commenta senza leggere e informarsi su cosa realmente scrive. Perché si firma una petizione senza sapere realmente come stanno le cose? Perché si lanciano accuse senza fondamento e senza chiedersi che, forse, un parere tecnico ha comunque un valore legale? Come mai in Italia sono tutti esperti di alberi e di pianificazione? Aggiungo che nessuna Amministrazione, tanto meno quella fiorentina, abbatte gli alberi senza pensarci mille volte. L’abbattimento di un albero è un costo enorme dal punto di vista economico (si parla di cifre che possono arrivare anche a 1000 euro per esemplare nei casi più complicati), emotivo, ma anche politico, per cui prima di procedere si fanno tutte le verifiche del caso. Pochi si ricordano di quanto è stato piantato, ma tutti si ricordano dell’albero al quale, magari fino a qualche giorno prima, nessuno aveva prestato attenzione, al momento che, purtroppo, non ci sono alternative all’abbattimento. Dilazionare nel tempo un intervento che può e deve essere fatto adesso, vuol dire caricare un costo sui cittadini. L’albero dovrà comunque essere abbattuto (se c’è una perizia o più di una che me lo dice) e ogni euro non speso per il rinnovo comporta una spesa di circa 1.5 euro per i problemi che possono presentarsi nella gestione dell’albero e per i mancati benefici che esso non può produrre qualora sia in condizione precarie.

ASCOLTA L’INTERVISTA DI DOMENICO GUARINO

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