La protesta dei lavoratori agricoli non si ferma in Italia come in Toscana :gli agricoltori che dal 30 gennaio stanno protestando con centinaia di trattori davanti al casello dell’A1 Valdichiana, hanno attuato stamani un corteo sulla viabilità esterna all’autostrada e intasato la rotatoria spartitraffico causando dei rallentamenti ai veicoli. La protesta è quella del movimento spontaneo Riscatto Agricolo e segue i temi comuni già contestati dagli agricoltori di Francia, Germania e Belgio contro le politiche agricole della Ue.
Continua inarrestabile la “protesta dei trattori” che sta vedendo decine di presidi in tutta Italia, organizzati dai lavoratori agricoli contro i redditi ridotti al minimo, l’Irpef agricola, le imposizioni perpetrate in tutti questi anni dall’Unione Europea. Stamattina il Val di Chiana, nei pressi di Foiano della Chiana in provincia di Arezzo, uno dei centri di rivolta di Riscatto Agricolo, le centinaia di trattori hanno ostacolato la viabilità.
Gli agricoltori che dal 30 gennaio stanno protestando davanti al casello dell’A1 Valdichiana, hanno attuato stamani un corteo sulla viabilità esterna all’autostrada e intasato la rotatoria spartitraffico davanti allo svincolo, causando dei rallentamenti ai veicoli. Le forze dell’ordine seguono sul posto lo svolgimento della manifestazione.
La rotonda è esterna all’autostrada del Sole: LO svincolo è nel comune di Sinalunga (Siena) ma il serpentone di mezzi agricoli da due giorni occupa i terreni fino al vicino outlet Valdichiana Village, nel comune di Foiano (Arezzo). I due punti sono uniti da una strada di scorrimento veloce a carreggiata larga. Nei pressi gli agricoltori bivaccano da due giorni, notti comprese. “Abbiamo trascorso un’altra notte tranquilla senza particolari problemi portando anche stamani la nostra protesta al casello A1 ma senza vole creare tensioni”, spiega Salvatore Fais, referente del presidio in atto dalla rotonda dell’outlet al casello A1, pochi metri più avanti. Una notte fatta di attesa, per l’incontro a Roma, con un occhio a quanto succede in altre parti d’Europa ma anche d’Italia dove la protesta si è fatta più veemente. “La notte – racconta uno dei manifestanti – passiamo il tempo a scambiare opinioni in una sorta di bivacco ma anche a riposare pronti per il giorno dopo. L’Europa ci massacra, vogliamo solo ciò che è giusto”.