All’auditorium di Sant’Appollonia il Presidente della Regione ha presentato il frutto di un percorso di elaborazione corale di Regioni, Comuni, Province ed amministrazioni centrali.
“I volontari – ha ricordato Rossi – hanno dimostrato in tutte le vicende una particolarissima capacità di intervenire, con i tratti di umanità e capacità di rapporti con la popolazione. Quindi sentiremo anche loro. Così come sentiremo i sindaci, cercando di responsabilizzare, piano piano, tutta la società rispetto ad eventi che possono verificarsi e che dobbiamo saper affrontare. E’ bene prevenire, è bene prevenire anche le emergenze. Proporrei quindi di cominciare a lavorare con l’obiettivo di far uscire una proposta di legge entro l’anno, incluso il processo partecipativo. In questo modo avremo fatto il nostro dovere e avremo dato il nostro contributo a tutti i cittadini”.
“La parola chiave di questo nuovo Codice – ha poi continuato Rossi -, che definisce la materia come di importante pertinenza regionale individuando il presidente della Regione come il responsabile della protezione civile regionale, credo sia “condivisione”. E in questa chiave abbiamo il compito di costruire un sistema misto pubblico e del terzo settore, che già è parte integrante di questo sistema, che si raccordi meglio con i cittadini. Credo che questa legge ci metta nella condizione di fare un grande passo avanti. Perché l’esperienza ci dice che l’Italia è piena di persone di grandi competenze, di tecnicalità, Lo Stato ha bisogno di fare sistema e se riusciamo a integrare queste competenze con lo spirito del volontariato, potremo guardare avanti camminando su una buona strada. Se ci riusciamo non dobbiamo temere nulla e se poi lo Stato riesce a integrare e rendere protagonista il volontariato il gioco è fatto”.
“Abbiamo bisogno di uno Stato centrale che ci accompagni – ha concluso il presidente – e che ci faccia conoscere le migliori esperienze che esistono nel nostro Paese. Se fosse possibile ogni volta individuarle e valutarle, potremmo superare la settorialità. Per questo propongo anche un osservatorio che segnali e valuti le migliori esperienze perché possano esser emesse a disposizione di un patrimonio comune utile all’evenienza”.
“Questa in Toscana è una delle tappe di presentazione del nuovo Codice – ha detto il capo del Dipartimento di protezione civile Angelo Borrelli – che rappresenta il prodotto corale del Servizio nazionale della protezione civile e, in questo, siamo consapevoli di aver raggiunto l’obiettivo principale che la legge-delega si proponeva: tracciare il percorso per costruire la protezione civile del futuro, facendo tesoro dei progressi fatti nei 25 anni che ci separano dall’approvazione della legge n. 225/1992, frutto delle straordinarie intuizioni del presidente Zamberletti, per aprire tutti insieme una nuova fase, nello spirito di concretezza e di leale collaborazione tra livelli di governo che sempre caratterizzano il modello italiano di protezione civile”.
Il provvedimento è frutto di un percorso di elaborazione e condivisione condotto con impegno insieme alle Regioni, ai Comuni, alle Province e alle Amministrazioni centrali che operano nel Servizio nazionale della protezione civile, primi fra tutti i Vigili del Fuoco, ed è stato arricchito dai contributi delle Commissioni parlamentari e del Consiglio di Stato. Il Dipartimento rivolge un particolare ringraziamento anche ai rappresentanti del volontariato organizzato di protezione civile, che hanno collaborato alla formulazione delle norme che li riguardano: un patrimonio prezioso del nostro Paese da preservare e valorizzare”.