Ven 22 Nov 2024
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ToscanaEconomiaProtocollo d'intesa per l'estrazione 'sostenibile' nelle cave del Livornese

Protocollo d’intesa per l’estrazione ‘sostenibile’ nelle cave del Livornese

Firenze, estrazione sostenibile di calcari e calcari dolomitici per usi industriali nella zona meridionale costiera della Toscana, nel comprensorio dei Calcari di Campiglia (Livorno): è l’oggetto del protocollo d’intesa firmato oggi da Regione Toscana, Comuni di San Vincenzo e di Campiglia Marittima, Solvay chimica Italia spa e Cave di Campiglia spa.

Le cave interessate da questo protocollo d’intesa nel Livornese, sono quelle di San Carlo, nel comune di San Vincenzo, e di Monte Calvi a Campiglia Marittima.

Per quanto riguarda San Carlo, Solvay aveva una autorizzazione a coltivare 12,6 milioni di metri cubi l’anno fino al 2026, mentre con la domanda presentata chiedeva di portare il totale a 18 milioni di metri cubi l’anno fino al 2051, così da garantire la produzione della Sodiera di Rosignano.

Per Monte Calvi è stata rilasciata alla Società Cave di Campiglia una autorizzazione unica di durata decennale per la coltivazione di una volumetria residua di 2,7 milioni di metri cubi.

Le due società, in base all’intesa raggiunta, si impegnano a mantenere o accrescere l’occupazione nei rispettivi siti produzione e ad investire in innovazione e sviluppo dell’attività estrattiva e delle attività ad essa correlate.

“Terremo debitamente sotto controllo gli aspetti di salvaguardia del contesto ambientale – ha detto il presidente della Regione, Eugenio Giani -, ma al tempo stesso riusciremo a dare certezze sul versante delle possibilità estrattive, così da garantire il mantenimento dei livelli occupazionali delle aziende estrattrici e produttrici”.

La Regione valuterà la necessità di eventuali ulteriori azioni di adeguamento del Piano regionale, compresa la previsione di nuove aree di giacimento e giacimento potenziale in relazione alle necessità emerse e per sostenere le filiere produttive locali che utilizzano i materiali di scavo in processi produttivi industriali o manifatturieri, per avviare le eventuali procedure per l’incremento degli obiettivi di produzione sostenibile del comprensorio in relazione ai fabbisogni di filiera di ogni singola azienda.

“Solvay conferma il proprio impegno ad investire in innovazione per rendere sempre più sostenibili le proprie attività, contribuendo all’obiettivo comune del consolidamento economico e occupazionale”, ha affermato Nicolas Dugenetay, direttore dello stabilimento Solvay di Rosignano, lodando “il lavoro importante che si ha con i Comuni e la Regione per trovare una soluzione che sia sostenibile, e dia un futuro in termini di lavoro sul territorio, C’è una valutazione che è stata fatta, e che aggiorniamo regolarmente, ossia che tra addetti diretti e indotto parliamo di 10.000 persone sul territorio”.

Attraverso un lavoro di confronto tecnico e giuridico, coordinato dalla Regione assieme ai due Comuni, Solvay e Cave di Campiglia hanno ridefinito ed allungato i contratti di collaborazione diventando partner effettivi.

“Per il territorio – ha sottolineato Lorenzo Banti, presidente di Cave di Campiglia Spa – le cave storicamente hanno rappresentato fonte di lavoro: le cave come le nostre, di microcristallino, rappresentano per tutto il territorio Toscano la possibilità di essere approvvigionati di materiali che altrimenti non si troverebbero, soprattutto per l’industria chimica”.

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