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“A Pugni chiusi” diretto da Pierpaolo De Sanctis. La proiezione fa parte della rassegna “Visioni Off”: anteprime alla presenza degli autori

Mercoledì 22 novembre ore 21,30 per la rassegna “Visioni Off” in programma allo Spazio Alfieri la proiezione di “A Pugni chiusi” diretto da Pierpaolo De Sanctis che sarà presente in sala insieme al protagonista Lou Castel.

Ci furono i pugni in tasca 50 anni fa. Ci volle Marco Bellocchio per triturare l’ultimo salvagente alla piccola provincia italiana. Ci pensò Lou Castel, padre scandinavo, madre irlandese, a farsene carico, e completare l’opera. Le cose cambiano ma qualcosa rimane fra le pagine della memoria. Il documentario crea spazi e suggerisce traiettorie. Oltre l’immagine di un attore, simbolo dei turbamenti di un’intera generazione. Che attraversando una Roma sospesa tra archeologia postindustriale e relitti pasoliniani, scandita da “struggenti” immagini d’archivio, si apre a un lungo flusso di (in)coscienza sul suo ruolo di attore e al tempo stesso di militante politico, in un generoso atto d’amore verso ciò che resta oggi del suo mestiere.

A pugni chiusi è una bella passeggiata nella memoria. Quella privata di Lou Castel, innanzitutto, l’attore/militante che ha prestato il volto ai turbamenti di un’intera generazione muovendosi disordinatamente con I pugni in tasca e il cuore in tumulto. E poi quella condivisa, ovviamente, con immagini d’archivio che erompono come presentificazione di ricordi diventati l’immaginario di un Paese fotografato in quel momento cruciale: “Io ho vissuto prima del ‘68, un modo particolare di sperimentare, il pre ‘68 è stato molto importante, in ogni gesto, in ogni trovata, si cercava la liberazione interna, individuale, non c’era ancora l’esplosione sociale, si tende a dimenticare questo fatto”. Ecco, Lou Castel è una delle poche icone di quel tempo prima della rivoluzione (tanto per far collidere l’immaginario bertolucciano con quello bellocchiano), ossia di una liberazione individuale da raggiungere attraverso un gesto artistico che diventi perennemente sentimento incontaminato, ossia frutto di una rivoluzione che rimanga sempre sospesa in un tempo infantile e assoluto. Nei sogni, soprattutto, quindi nel cinema.

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