Capoliveri, Isola d’Elba, sono stati rimossi dai fondali i ‘corpi morti’ di 110 punti di ormeggio sul litorale per un totale di 10 tonnellate di materiali sommersi utilizzati come accosti abusivi in area protetta.
Questo il risultato di operazioni di polizia ambientale e rimozione di ormeggi abusivi, svolte dalla capitaneria di porto col V Nucleo sommozzatori della guardia costiera di Genova dall’11 al 14 marzo scorso.
La guardia costiera di Portoferraio ha fatto controllare accuratamente mare e litorale, tra Porto Azzurro e Capoliveri. In particolare, sui blocchi di calcestruzzo affondati in mare erano stati montati dei ganci metallici utilizzati per legare le cime delle imbarcazioni. Operazioni fatte senza autorizzazione e in un’area protetta del parco nazionale dell’Arcipelago toscano.
Dieci tonnellate di blocchi di cemento sono state quindi rimosse con l’ausilio di palloni di sollevamento, mentre le opere morte non rimovibili sono state rese inutilizzabili per futuri approdi.
Durante l’operazione è stato inoltre individuato il proprietario di un natante da diporto ormeggiato nell’area controllata, la cui unità è stata posta sotto sequestro.
Tutto il materiale è stato recuperato con l’aiuto del Comune di Porto Azzurro e del cantiere navale Golfo di Mola che ha messo a disposizione aree per il deposito temporaneo dei manufatti abusivamente collocati in mare.